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Durante l’ultima missione la Ocean Viking si è trovata in una situazione ormai comune a tutte le Ong che fanno salvataggio in mare: dover percorrere molte miglia prima di lasciare i naufraghi in un porto sicuro, restando lontana dalle zone critiche per giorni e giorni. Le possibili conseguenze della prassi del porti lontani sono evidenti, ma nel caso dello scorso 14 dicembre sono diventate anche concrete: 61 persone sono morte in un naufragio al largo della Libia mentre noi ci trovavamo in navigazione verso la lontana Livorno, con a bordo 26 naufraghi. Se fossimo rimasti in zona, se avessimo potuto continuare a fare il nostro lavoro, probabilmente quelle persone ora sarebbero in porto sicuro e non sepolte sotto le acque del mar Mediterraneo.

Missione 30.3: 13 dicembre 2023

Lo scorso 13 dicembre 26 persone, tra cui 2 minori, sono state tratte in salvo dal team della Ocean Viking: appena avvisata la barca in pericolo i nostri soccorritori si sono attivati per procedere con le operazioni di salvataggio coordinandosi con le autorità competenti.

Dopo poche ore le autorità italiane hanno assegnato Livorno come porto per lo sbarco dei naufraghi, a 620 miglia nautiche dalla zona Sar. Nonostante la nostra richiesta di cambio porto, anche a causa dell’arrivo imminente di un’ondata di maltempo, le autorità hanno confermato la loro decisione, costringendo il nostro team a ripararsi per due giorni al largo delle coste siciliane onde evitare la navigazione verso nord proprio durante il passaggio della tempesta. 

A seguito di 6 lunghi giorni sulla nostra nave, la mattina del 19 dicembre i naufraghi che avevamo soccorso sono potuti sbarcare in un porto sicuro.

Durante quei lunghi giorni di nostra assenza dalle zone critiche c’è stato l’ennesimo naufragio, probabilmente evitabile: 61 persone hanno perso la vita dopo che le loro richieste di aiuto sono state ignorate per giorni dalle autorità. Noi eravamo ormai lontani dalla zona Sar e le poche persone che si sono salvate sono state riportate indietro dalle autorità libiche, nello stesso luogo dal quale probabilmente erano scappate.

Se fossimo rimasti in zona dopo il primo salvataggio probabilmente saremmo potuti intervenire e salvare quelle persone.

Le missioni in mare di SOS MEDITERRANEE sono sostenute nel 2022 e 2023 anche con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese. Il supporto dei nostri donatori e partner è fondamentale: in mare fa la differenza tra la vita e la morte!

Foto: Jérémie Lusseau/SOS MEDITERRANEE