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Margherita, volontaria SOS MEDITERRANEE, Firenze

 

 

“La mattina prima della mia discussione di laurea inizia come tutti gli altri giorni, seguendo la solita cadenza della routine quotidiana. Mi alzo, verso il caffè fumante appena salito dalla moka e, ancora un po’ nel mondo di Morfeo e con gli occhi socchiusi, mi siedo al tavolo gustandomi il momento. Questo torpore mattiniero viene però interrotto da una inaspettata chiamata. Guardo il display del telefono e, non riconoscendo il numero, lascio squillare per qualche secondo. Appena rispondo, una voce dall’altra parte si presenta dicendomi:

 

“Ciao Margherita, sono Martina di SOS Mediterranee, ti contatto perché vorremmo costituire un gruppo di volontari qui a Firenze, ti interesserebbe partecipare ad un incontro la settimana prossima?”. Così è iniziata la mia esperienza come volontaria con SOS Mediterranee, in modo inaspettato e non programmato.

 

Fin da quel primo incontro di metà ottobre ho percepito che qualcosa di bello e importante stava nascendo. Incontro dopo incontro il gruppo ha iniziato a prendere sempre più forma, nuove persone si univano portando le loro esperienze e le loro idee.

 

Un ambiente stimolante e vivo che, passo dopo passo, ci ha portato ad oggi, dopo solo quattro mesi, ad organizzare dal nulla un evento, una festa, per finanziare e supportare SOS Mediterranee non solo come organizzazione ma, soprattutto, come gruppo di persone che lavorano e spendono gran parte del loro tempo in mare per soccorrere chiunque si trovi in difficoltà perché, molto semplicemente, si tratta di esseri umani e come tali hanno il diritto inalienabile alla vita.

 

Questo è il punto centrale, da non dimenticare mai  nei tanti dibattiti che ormai quotidianamente ascoltiamo, dai salotti delle trasmissioni televisive ai cosiddetti “discorsi da bar”, ovvero il diritto di migliaia e migliaia di persone di vivere la propria vita e, noi tutti, abbiamo il dovere morale di attivarci, anche attraverso una minima azione, per fare in modo che tutte queste persone non muoiano in mare ma possano continuare a vivere e almeno a sperare in qualcosa di migliore.

 

Certo, la frenesia dei ritmi di vita attuali spesso ci distrae da tutto ciò che non sentiamo immediatamente vicino a noi. Io credo però che sia importante soffermarsi ogni tanto su ciò che ci circonda e renderci conto del fatto che, noi tutti, abbiamo la responsabilità di mettere da parte almeno per un momento i nostri impegni quotidiani, anche solamente per un’ora alla settimana, semplicemente per il fatto di essere nati in una parte del mondo in cui non ci sono guerre, persecuzioni, povertà estrema.

 

Abbiamo la responsabilità di riconoscere a tutte le persone il diritto alla vita e la dignità che troppo spesso viene negata e, per farlo, non servono grandi azioni leggendarie.

 

Anche da terra si può soccorrere in mare.

 

I veri eroi non sono che persone comuni, silenziose e che non si mostrano, le quali però, giorno dopo giorno, passo dopo passo, si impegnano per rendere anche solo un po’ il mondo un posto migliore. Che aspetti… sali a bordo!