Abdo, 17 anni*
È difficile immaginare che un diciassettenne possa attraversare un’esperienza del genere senza subire gravi conseguenze… Abdo è stato ammassato con decine di altri sconosciuti impauriti in una minuscola barca fatta di bordini di plastica e di tavole di legno fissate con delle viti. Il giovane sudanese e i suoi compagni di sventura sono stati per giorni alla deriva. Hanno sentito nella propria carne i tormenti della sete, della fame, della stanchezza e, soprattutto, l’angoscia della morte.
«Ho passato quattro giorni in mare prima di essere salvato. La notte in cui abbiamo lasciato la Libia, il fondo della barca si è incrinato. Nessuno ha dormito durante tutto quel tempo perché abbiamo dovuto svuotare l’acqua con una tanica di benzina vuota. Abbiamo finito il cibo e l’acqua dopo il primo giorno. Un uomo si è buttato in mare per la disperazione. Abbiamo dovuto aiutarlo a risalire sulla barca. Eravamo così spaventati che non riuscivamo a pensare ad altro che alla morte: tutti eravamo convinti che saremmo morti.»
*Il nome è stato modificato per preservare l’anonimato di questo giovane sopravvissuto.
Testimonianza raccolta a bordo della Ocean Viking nell’agosto 2019