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Appello urgente di 26 organizzazioni della società civile all’Italia, a Malta, agli altri Stati europei e alla Commissione europea per consentire a tutte le persone soccorse di sbarcare in un luogo sicuro come previsto dal diritto internazionale.

8 Novembre 2022, Milano26 organizzazioni della società civile chiedono urgentemente all’Italia, a Malta, agli altri Stati europei e alla Commissione europea di facilitare lo sbarco immediato di tutti i sopravvissuti a bordo delle navi di soccorso Geo Barents, Humanity 1 e Ocean Viking. Alcuni dei sopravvissuti sono stati soccorsi più di 17 giorni fa e hanno bisogno di raggiungere la terraferma per poter accedere a sicurezza, cure mediche e protezione.

Geo Barents, Humanity 1 e Ocean Viking hanno condotto le loro prime operazioni di salvataggio rispettivamente 12, 16 e 17 giorni fa e hanno tenuto i centri di coordinamento dei soccorsi responsabili debitamente informati su tutte le fasi di soccorrimento in ogni momento, condividendo la segnalazione di pericolo, la valutazione del pericolo, le informazioni riguardanti il salvataggio stesso e tutte le fasi di richiesta di un luogo sicuro per i sopravvissuti.

Secondo le convenzioni marittime, un salvataggio è considerato concluso solo una volta sbarcati tutti i sopravvissuti in un luogo sicuro. È compito degli Stati responsabili della regione in cui viene prestata assistenza il coordinamento delle operazioni di salvataggio in mare, e sono altresì necessarie la cooperazione tra gli Stati costieri e l’attribuzione di un luogo sicuro dove sbarcare le persone soccorse. La maggior parte degli Stati membri dell’UE, compresi gli Stati costieri, tra cui Italia e Malta, ha firmato queste convenzioni.

Il silenzio di Malta e la mossa politica generale dell’Italia, che ritarda lo sbarco dei sopravvissuti, sta prolungando la sofferenza delle persone in cerca di protezione. La durata nell’attesa per la designazione di un porto sicuro è aumentata in modo preoccupante negli ultimi mesi. Inoltre, in conformità con il recente decreto del governo italiano relativo ad alcune navi, le autorità italiane hanno permesso lo sbarco solo ad alcuni dei sopravvissuti, andando dunque contro le suddette convenzioni marittime oltre ad essere semplicemente inaccettabile dal punto di vista etico, morale e della sicurezza.

Le persone a bordo delle nostre navi hanno vissuto eventi traumatizzanti durante il loro viaggio. Salvate da una morte imminente, hanno urgentemente bisogno di servizi medici specializzati. I lunghi periodi di attesa in mare hanno un impatto negativo sul benessere psicofisico delle persone precedentemente salvate da situazioni di pericolo in mare e sono inaccettabili dal punto di vista umanitario e legale.

Noi firmatari – in qualità di organizzazioni per i diritti umani e dei rifugiati, organizzazioni marittime e umanitarie, associazioni di beneficenza, organizzazioni di ricerca e soccorso e movimenti della società civile – siamo sconvolti dalla mancanza di rispetto per la dignità e la sicurezza dei 573 sopravvissuti a bordo delle quattro navi da parte dell’Italia, di Malta e dei loro partner europei, che ancora una volta mettono a rischio la salute fisica e psicologica delle persone soccorse in mare.

Esortiamo pertanto l’Italia, Malta e gli altri Stati europei a:

  • assegnare immediatamente un luogo sicuro e consentire l’immediato sbarco di tutti i sopravvissuti attualmente a bordo delle navi di soccorso Geo Barents, Humanity 1 e Ocean Viking in un luogo sicuro che richieda una deviazione minima dal viaggio delle navi e riduca al minimo il tempo di permanenza a bordo dei sopravvissuti, come richiesto dal diritto internazionale e marittimo.

 

Esortiamo la Commissione europea a prendere tutte le misure appropriate per:

  • facilitare le discussioni tra gli Stati europei con l’obiettivo di far assegnare immediatamente un luogo sicuro.

 

Inoltre, per evitare che una tale situazione di emergenza si ripeta, chiediamo – ancora una volta – ai governi degli stati membri dell’UE e degli stati associati di lavorare congiuntamente, insieme alla Commissione europea per:

  • invitare gli Stati costieri dell’UE a rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale e ad assicurare un coordinamento efficiente e tempestivo delle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, fino allo sbarco dei sopravvissuti;
  • stabilire un meccanismo prevedibile di sbarco dei sopravvissuti che garantisca uno sbarco tempestivo in un luogo sicuro, dove la sicurezza della vita dei sopravvissuti non sia più minacciata e i loro bisogni umani fondamentali possano essere soddisfatti;
  • istituire e attuare un programma europeo di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale che sia guidato dagli Stati.

 

Firmatari:

Action Contre la Faim, ActionAid International, ActionAid Italia, AOI Cooperazione E solidarieta Internazionale, CARE France, CCFD – Terre solidaire, CEFA on us, COSPE NGO, Danish Refugee Council Italy, Emmaus Europe, Emmaus France, Emmaus international, ENRE – Réseau Européen Eglises et Libertés, Institut Français de la Mer, French Maritime Cluster, Hivos, Human Rights Watch, Médecins Du Monde, MIAMSI, Norwegian Refugee Council, Open Arms, Oxfam France, Plan International France, Première Urgence Internationale, ResQ People saving people, Solidarités International