Le tesi sostenute nell’articolo e riprese dall’account ufficiale di Fratelli d’Italia fanno riferimento a un presunto “boicottaggio” da parte delle navi che fanno soccorso in mare: tesi fuorvianti e tendenziose lontane da quanto avviene realmente nel Mediterraneo
A seguito di un articolo a firma di Fausto Carioti apparso su Libero in data 11 novembre 2024, ripreso dall’account X di Fratelli d’Italia, SOS MEDITERRANEE smentisce con forza la tesi sostenuta dall’articolo – basato come si legge nel testo stesso su un “documento interno del Viminale”.
Nell’articolo si fa riferimento a un asserito coordinamento tra ONG, compresa la nostra citata espressamente nell’articolo, per “intercettare” i naufraghi in mare e sottrarli all’intervento della nave Libra. “Rigettiamo con forza tale narrazione, il termine “boicottaggio” – dichiara Valeria Taurino, Direttrice di SOS MEDITERRANEE Italia – non ha alcun fondamento con le attività svolte in mare dalla nostra nave Ocean Viking. È un tipo di narrazione tendenziosa, che ha lo scopo di scaricare sulla Ocean Viking e sugli altri mezzi di soccorso civili la responsabilità di un Protocollo che ad oggi nei numeri appare fallimentare e dal nostro punto di vista è anche problematico per i diritti delle persone.”
“È molto grave – prosegue Taurino – che un organo di informazione adotti tale tipo di narrazione fuorviando apertamente i propri lettori, ed è preoccupante che si faccia riferimento a presunti documenti ministeriali sconosciuti e dei quali – a questo punto – sarebbe auspicabile poter prendere visione”.
SOS MEDITERRANEE contesta con fermezza quanto sostenuto nell’articolo citato, riportato anche dall’account ufficiale X di Fratelli d’Italia, per di più giustapponendo l’immagine della nave Ocean Viking all’accusa di “intercettazione” e “boicottaggio” ed esponendo – per l’ennesima volta – le persone soccorse e i nostri operatori umanitari a una narrazione criminalizzante e a un possibile rischio per la propria sicurezza personale.
In particolare, l’articolo afferma che la Ocean Viking “ha tenuto a bordo tutti i migranti che aveva caricato” lasciando intendere che ci sarebbe stata una diversa richiesta da parte della Guardia Costiera, cosa che non è mai accaduta, la Ocean Viking ha sbarcato i 185 naufraghi a bordo nel porto di Genova, come istruito dalle autorità marittime italiane.
Contestiamo l’affermazione secondo cui la Ocean Viking “giochi d’anticipo sulla Libra” e che il “modus operandi consiste nello spartirsi le aree Sar (Search and Rescue) di responsabilità libica e maltese, interponendosi tra la nave della Marina Militare italiana e le coste africane, in modo da poter intercettare il maggior numero possibile di barconi e natanti”: la Ocean Viking opera da sempre esclusivamente in acque internazionali in coordinamento con le autorità competenti, mentre la Nave Libra della Marina Militare italiana opera all’interno di un’area molto più ristretta, esclusivamente nell’area SAR italiana (a sole 21 miglia da Lampedusa).
Riaffermiamo che non esiste dunque alcun coordinamento tra le diverse ONG che operano nel Mediterraneo volto a contraddire il Protocollo Italia- Albania e ogni altra ricostruzione, finanche contenuta in qualche presunto documento del Viminale, è destituita di fondamento.
“La realtà è che SOS MEDITERRANEE, tramite le navi Aquarius e Ocean Viking – conclude Valeria Taurino – continua a svolgere, al massimo delle proprie possibilità, la stessa missione dal 2016, una missione protetta e tutelata non solo dalle norme internazionali che regolano il soccorso in mare e dalla nostra Costituzione, ma anche dalle norme basilari della moralità e del buonsenso: quella di salvare vite umane in un tratto di mare tra i più letali al mondo. Sempre nello stesso modo, sempre seguendo tutte le norme e le prassi consolidate”.
SOS MEDITERRANEE è un’organizzazione marittima e umanitaria attiva sulla rotta migratoria più letale al mondo, quella del Mediterraneo centrale. L’organizzazione è supportata dall’associazione StraLi (Strategic Litigation in Italia), un’associazione no profit che promuove la tutela dei diritti attraverso il sistema giudiziario.