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Il 2 gennaio 2023 è stato introdotto in Italia un Decreto Legge noto come “Decreto Piantedosi”, che mina l’applicazione dello storico e completo quadro giuridico marittimo e internazionale in materia di ricerca e soccorso in mare. Da quel momento le navi di soccorso civile hanno l’obbligo di navigare senza indugio verso il porto sicuro assegnato, e vengono regolarmente trattenute e multate dopo aver salvato vite in pericolo nel Mediterraneo centrale. Nel frattempo, le autorità italiane hanno iniziato ad assegnare porti lontani, impedendo alle navi delle ONG di pattugliare e salvare imbarcazioni in difficoltà per lunghi periodi di tempo. 

Il 15 novembre le autorità italiane hanno ordinato un fermo di 20 giorni alla nave di soccorso civile Ocean Viking e hanno imposto una multa di 3.300 euro all’armatore, sanzionando un atto di assistenza umanitaria dopo che l’equipaggio a bordo aveva salvato 128 persone da tre imbarcazioni in difficoltà. Dall’inizio dell’anno, le navi di soccorso civile sono state fermate 13 volte.

Allo stesso tempo, dall’inizio del 2023, SOS MEDITERRANEE e altre organizzazioni di soccorso civile sono state colpite da un cambiamento di politica del Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano nell’assegnazione dei porti per lo sbarco dei sopravvissuti salvati in mare. Nel corso dell’anno, dopo ogni salvataggio o serie di salvataggi, alla Ocean Viking sono stati metodicamente assegnati porti a grande distanza dall’area del Mediterraneo centrale dove le navi di soccorso civile pattugliano per colmare il vuoto lasciato dagli Stati europei. In concreto, nel 2023, invece di essere assegnata a un porto sicuro che permettesse di completare l’operazione di salvataggio nel più breve tempo possibile (prendendo Pozzallo in Sicilia come porto di riferimento), la Ocean Viking è stata costretta a viaggiare quasi due mesi in più avanti e indietro per far sbarcare i sopravvissuti in porti lontani: questa navigazione verso porti lontani è dannosa per le persone soccorse e peggiora il loro benessere fisico e mentale.

Lungo tali rotte infatti le persone sono più facilmente esposte a condizioni meteorologiche avverse e periodi di attesa più lunghi prima di ottenere un’assistenza medica e psicologica completa. Ad esempio nel gennaio 2023 Ancona è stata designata come porto sicuro: i sopravvissuti e l’equipaggio a bordo della Ocean Viking sono stati esposti a una tempesta con venti fino a 75 km/h e onde fino a 6 metri, nonostante i nostri avvertimenti alle autorità marittime italiane e la richiesta di un porto più vicino. La Ocean Viking è stata in grado di superare in sicurezza tali condizioni meteorologiche critiche, ma ciò ha avuto ripercussioni sulla salute fisica e mentale dei sopravvissuti: oltre il 95% di loro ha sofferto di mal di mare, nonostante le cure mediche fornite dal nostro team medico.

L’assegnazione di porti così lontani dal luogo di salvataggio dei sopravvissuti comporta anche un drastico aumento del consumo di carburante. Secondo i calcoli, quest’anno la Ocean Viking ha navigato per oltre 21.000 chilometri in più per raggiungere 13 porti lontani invece di raggiungere il porto più vicino possibile in Sicilia: questa distanza corrisponderebbe alla navigazione della Ocean Viking per mezzo mondo. Questi inutili chilometri extra sono costati oltre 500.000 euro in più di carburante.

SOS MEDITERRANEE condanna fermamente l’applicazione del Decreto Legge del 2 gennaio 2023 n. 1 da parte delle autorità italiane. Nel 2023, i fermi e le assegnazioni di porti lontani hanno ripetutamente svuotato il Mediterraneo centrale di mezzi di soccorso vitali durante l’anno più letale registrato in quel tratto di mare dal 2017. In queste ultime settimane abbiamo letto numerose notizie di naufragi e morti: almeno 11 persone hanno perso la vita mentre noi ci trovavamo a Ortona in stato di fermo amministrativo. Invece di dare una risposta adeguata ai bisogni umanitari al suo confine meridionale, l’Europa risponde ostacolando coloro che cercano di salvare vite umane in seguito a un indiscutibile obbligo giuridico, previsto dal diritto internazionale.