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296 naufraghi sono stati tratti in salvo dalla Ocean Viking. Anche questa volta, però, il soccorso è stato completato con inaccettabile ritardo a causa della mancanza di solidarietà delle istituzioni europee e italiane. Più di una settimana di attesa in mare prima di poter accedere a un Porto Sicuro per i sopravvissuti a bordo, già enormemente provati dalla permanenza in Libia e dal terribile viaggio in mare.

La Ocean Viking ha lasciato il porto di Siracusa il 16 maggio per iniziare la seconda parte della sua ventesima missione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale.

Il 19 maggio, i soccorritori hanno individuato due gommoni in difficoltà: a bordo 158 persone tra le quali 6 donne incinte, un ferito e diversi bambini piccoli.

Non è stata un’operazione semplice: le persone soccorse erano esauste. Avevano trascorso molto tempo in mare su imbarcazioni di fortuna. Erano esausti e in molti hanno avuto bisogno di prima assistenza.

 

 

Purtroppo, una volta ristabilitisi, molti dei naufraghi hanno raccontato di un evento terribile: la morte di una persona durante il viaggio.

 

Il 22 maggio, la nostra nave ha accolto altre 75 persone. Anche loro viaggiavano su un gommone sovraccarico ed erano state assistite dal veliero Nadir per tutto il giorno, prima che la Ocean Viking ne raggiungesse la posizione.

La persona ferita soccorsa in serata è stata evacuata la mattina dopo col supporto della Guardia Costiera italiana.

 

Nella stessa giornata, un altro soccorso: ben 64 persone.

 

Nel frattempo, i nostri team ascoltavano le storie dei sopravvissuti, come quella di Tobore. Solo 17 anni e una bimba di 3 mesi tra le braccia.

O quella di John, che ha tentato più volte di attraversare il mare per sfuggire a violenze agghiaccianti.

Al suo primo tentativo di attraversare il #mediterraneo nel novembre 2021, John* è stato intercettato dai guardacoste libici e portato in un centro di detenzione in Libia. È stato picchiato così duramente da fratturargli il polso e la gamba. Porta ancora i segni delle violenze. pic.twitter.com/I8s9Y4mx6w

— SOS MEDITERRANEE ITA (@SOSMedItalia) May 28, 2022

I giorni sono passati senza alcuna risposta delle autorità alle numerose richieste di Porto Sicuro. Ben 10 giorni in cui donne, uomini e bambini hanno dormito all’addiaccio sul ponte di una nave. L’undicesimo giorno, una donna incinta, nelle ultime settimane di gravidanza, è stata costretta ad essere evacuata così verso un ospedale siciliano.

Una donna incinta di 8 mesi è stata evacuata d’urgenza dalla #OceanViking insieme al marito.

“Stare in mare per oltre dieci giorni, vivere stress e paura, dormire a terra con le vibrazioni della nave ha reso le sue condizioni critiche” spiega Nedjma, ostetrica di @SOSMedItalia. pic.twitter.com/SDv7xm1yYc

— SOS MEDITERRANEE ITA (@SOSMedItalia) May 29, 2022

Nella serata del 29 Maggio finalmente, dopo quasi 11 giorni di attesa, l’annuncio che le autorità italiane avevano indicato Pozzallo come porto di sbarco per i 294 sopravvissuti rimasti a bordo.

Poche ore prima, per l’esasperazione, un uomo si era gettato in mare ed era stato immediatamente recuperato e messo in salvo dal nostro equipaggio.

Lo sbarco è avvenuto in due “tronconi”. Il 30 maggio sono state sbarcate 128 persone tra cui le donne, i bambini e le persone con problemi di salute. Il giorno successivo i salvataggi sono stati definitivamente completati con lo sbarco delle restanti persone.

Foto/video: Candida Lobes / SOS MEDITERRANEE

Le missioni in mare di SOS MEDITERRANEE sono sostenute nel 2022 e 2023 anche con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese. Il supporto dei nostri donatori e partner è fondamentale: in mare fa la differenza tra la vita e la morte!