Skip to main content

EPISODIO 20

Io sto con la sposa

di  Khaled Soliman Al Nassiry, Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande

2014

Un corteo nuziale percorre a piedi il confine tra Italia e Francia attraverso i monti. Nel corteo troviamo italiani, siriani e palestinesi; in coda al corteo gli sposi in abito da cerimonia.

L’immagine è quasi surreale ma quello che racconta è tremendamente reale perché quel corteo c’è stato davvero; a raccontarlo è il documentario che ha vinto il Nastro d’Argento nel 2015 e che ci mostra le tappe di questo viaggio da Milano alla Svezia.

L’intento dichiarato dai tre registi è documentare un atto di ribellione civile: laddove l’Europa impone confini impedendo, di fatto, a chi è vittima di guerre e di persecuzioni di raggiungere un luogo sicuro in cui poter vivere, gli uomini possono rivendicare il loro diritto a vivere una vita serena e sicura ovunque vogliano.

L’idea visionaria dei tre registri è quella di organizzare un finto matrimonio per permettere a un gruppo di profughi di raggiungere la Svezia senza essere fermati dalla polizia. Il viaggio viene organizzato nei minimi particolari, tappa per tappa, e prevede due soste per dormire in casa di amici dei registi che abitano nei luoghi che si trovano lungo il percorso. Il tutto viene ripreso e documentato nonostante il rischio che corrono gli italiani che accompagnano il gruppo sia di essere arrestati come trafficanti.

Durante il tragitto i viaggiatori si raccontano e, dai loro racconti, emerge preponderante un desiderio di normalità e di serenità che, fino a ora, gli è stato negato.

Il messaggio finale che il documentario lascia allo spettatore è quello per cui i confini sono solo mentali perché sono convenzioni stabilite dagli uomini mentre il mondo reale non ha confini e tutti dovrebbero essere liberi di andare ovunque si sentano a casa.

 

di Valentina Nencini