1.004 persone soccorse dalla nave Aquarius
Le operazioni di soccorso interrotte da colpi di pistola
Appello al G7: una soluzione umana per una grave crisi
Un nuovo livello di emergenza è stato raggiunto nel Mediterraneo martedì 23 maggio: i soccorritori della nave Aquarius di SOS MEDITERRANEE gestita in partnership con MSF (Medici senza Frontiere), hanno salvato la cifra record di 1.004 persone a bordo di 11 imbarcazioni in difficoltà– 9 gommoni e 2 barche di legno – in un solo giorno al largo delle coste libiche.
“Questa è stata una delle più complesse e difficili operazioni di soccorso che abbiamo dovuto affrontare dall’inizio della missione in mare dell’Aquarius. Una situazione di assoluta emergenza ” ha detto Matthias Menge, coordinatore dei soccorsi a bordo della nave Aquarius.
Un nuovo livello è stato raggiunto anche nel disordine che regna nelle acque internazionali al largo della Libia. Le operazioni di salvataggio di SOS MEDITERRANEE e MSF, che si svolgevano sotto il coordinamento del Maritime Rescue Coordination Centre (MRCC) di Roma in collaborazione con le navi delle ONG SAVE THE CHILDREN e JUGEND RETTET intorno a più imbarcazioni in difficoltà, sono state interrotte dai colpi di pistola provenienti da una imbarcazione della “Guardia Costiera Libica” sopraggiunta sulla scena.
La Guardia Costiera Libica ha sparato in aria durante i salvataggi
Le prime operazioni di salvataggio hanno avuto inizio all’incirca alle 10:30 di martedì mattina, in seguito alla segnalazione da parte di una pattuglia aerea della presenza di più imbarcazioni in difficoltà e alle istruzioni da parte del MRCC.
La nave Aquarius e le scialuppe di salvataggio si trovavano in acque internazionali a circa 14 miglia dalla costa libica quando alle 12:30 una barca armata di 4 mitragliatrici che si presentava come appartenente alla Guardia Costiera Libica si è avvicinata a grande velocità alle operazioni in corso, sollevando grandi onde e mettendo a rischio il salvataggio di persone a bordo di gommoni estremamente fragili.
Poco dopo, alle 12:46, è stata udita chiaramente a bordo della nave Aquarius una raffica di colpi d’arma da fuoco proveniente dalla direzione di uno dei gommoni durante il salvataggio. Secondo i testimoni che hanno assistito alla scena si trattava di colpi sparati in aria dagli uomini della Guardia Costiera Libica – due dei quali erano saliti a bordo del gommone -per intimidire i migranti.
Anche se i colpi non hanno fatto vittime né ferito direttamente qualcuno, diverse decine di persone si sono gettate in acqua in preda al panico e hanno tentato di raggiungere la nave Aquarius a nuoto. Sono 67 le persone cadute in acqua che alla fine sono state recuperate sane e salve grazie al sangue freddo dei soccorritori: la maggior parte indossava già un giubbotto di salvataggio distribuito poco prima dal team SOS MEDITERRANEE.
” Quando i libici hanno puntato le loro armi su noi chiedendoci di dare loro tutto il nostro denaro e i nostri cellulari e dicendoci di saltare in acqua, abbiamo fatto quello che dicevano. Non ho avuto paura, preferivo morire in mare, piuttosto che essere portato indietro e morire in Libia ” ha raccontato un sopravvissuto gambiano di circa 20 anni ai volontari di SOS MEDITERRANEE.
Appello al G7: una soluzione umana a questa grave crisi umanitaria
Nonostante queste condizioni, estremamente difficili, un numero record di 1.004 persone tra cui molte donne e bambini – tra loro anche un neonato di appena 15 giorni – molti dei quali in stato di shock, sono stati tratti in salvo e presi in carico dai team a bordo della Aquarius.
Le persone soccorse provengono da venticinque Paesi diversi, per la maggior parte da Paesi dell’Africa occidentale.
“In assenza delle unità navali di FRONTEX nella zona di soccorso dove avvengono la maggior parte dei naufragi, gli operatori umanitari sono stati costretti ancora una volta ad agire ai limiti delle loro capacità per salvare centinaia di vite. Cosa sarebbe successo se le ONG non fossero state presenti? I superstiti sbarcheranno venerdì in un porto del sud Italia, i porti siciliani sono stati chiusi agli sbarchi a causa del G7 a Taormina” dice Sophie Beau, Vice Presidente e co-fondatrice di SOS MEDITERRANEE.
“La situazione drammatica di martedì – che è la triste quotidianità nel Mediterraneo – mostra ancora una volta la gestione totalmente inadeguata di questa crisi che è già costata la vita a decine di migliaia di persone. L’obbligo di salvataggio non può essere lasciato esclusivamente alle ONG e la delega di tale compito alla guardia costiera libica, lungi dall’essere una soluzione di fronte alla mancanza di strutture statali degne di questo nome in Libia, mette in pericolo la vita dei naufraghi già in fuga da un vero e proprio inferno sul suolo libico. Spetta ai responsabili politici e alle istituzioni internazionali trovare una soluzione adeguata per proteggere queste persone in fuga. Tra pochi giorni il G7 si riunirà in Sicilia, dove centinaia di migliaia di persone salvate nel Mediterraneo sono sbarcate nel corso degli anni. Noi invitiamo i leader a proporre urgentemente una soluzione nel rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani a questa grave crisi umanitaria in corso alle porte d’Europa“, aggiunge Sophie Beau, vicepresidente e co-fondatore di SOS MEDITERRANEE.
SOS MEDITERRANEE opera sulla nave di salvataggio AQUARIUS, un’imbarcazione di 77 metri, in collaborazione con MSF Olanda. L’AQUARIUS ha un equipaggio internazionale: lo staff nautico, una squadra di ricerca e salvataggio (SAR) e personale medico con esperienza. La nave può ospitare sino a 500 persone.
Da quando la missione SOS MEDITERRANEE ha preso il via, a fine febbraio, sono più di 19.000 le persone salvate e soccorse a bordo della nave AQUARIUS.
Le operazioni di SOS MEDITERRANEE nel Mediterraneo Centrale sono finanziate unicamente dalla società civile. Il costo delle attività di ricerca e soccorso in mare è elevato: 11.000 euro al giorno. Per questo, per continuare a salvare vite in mare, SOS MEDITERRANEE ha bisogno di un sostegno
finanziario.
Link utili:
Contatto : Barbara Amodeo b.amodeo@sosmediterranee.org