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Per capirci qualcosa cominciamo dall’ABC: il glossario delle migrazioni.

 

Ieri sera l’associazione ‘Voci di Donne‘ ha aperto una serie d’incontri sul fenomeno migratorio. Negli ultimi anni è stato talmente rapido nel suo sviluppo da non consentirci di comprendere e, quindi, di adattarci in modo consapevole all’evento.

Il primo incontro si è svolto a Fiumicello, un piccolo paese friulano, il paese di Giulio Regeni, il ragazzo scomparso in Egitto qualche mese fa, in modo tragico. Qui la voce che chiede verità e giustizia per il nostro concittadino è ancora forte e determinata. Tuttavia, l’apertura verso la nuova gente che arriva e la volontà di capire cosa la spinge e di cosa ha bisogno non è venuta meno e la sala dell’incontro era piena.

L’Avvocato Tamara Amadio ha fatto un po’ di chiarezza sulla terminologia usata per descrivere il fenomeno migratorio. Ormai è sulla bocca di tutti, ma viene usata in modo confuso, come il contesto generale che riguarda l’argomento, troppo nuovo nella sua portata.

Gli spostamenti migratori avvenuti nel 2015 hanno coinvolto circa sei milioni di persone in più rispetto all’anno precedente e nella storia dell’umanità conosciuta non è mai capitato che si spostasse un numero così elevato di persone a livello mondiale.

Se si definiscono in modo appropriato i termini che vanno a descrivere le migrazioni si possono classificare le cause che spingono tutti questi esseri umani a cambiare in modo così radicale la propria vita

Ecco il glossario delle migrazioni:

Migrante: è colui che si sposta volontariamente o a causa di costrizioni esterne.

Profugo: colui che lascia il proprio Paese a causa di eventi esterni e non per decisione personale.

Sfollato: persona in fuga che si sposta all’interno di uno stesso Stato a causa di rischi percepiti per la propria incolumità.

Apolide: persona non riconosciuta come cittadino di alcuno Stato. Il fenomeno è poco noto, ma riguarda milioni di persone. In alcuni Stati basta nascere in un campo profughi per non vedersi riconosciuta alcuna nazionalità.

Clandestino: è un termine che non ha connotazione giuridica, ma ha un’accezione fortemente negativa e indica una persona che si trova in un Paese in modo irregolare.

Quando un migrante arriva in uno Stato diverso dal proprio può essere:

Regolare: munito di un valido titolo d’ingresso (es. passaporto o visto);

Irregolare: non ha con sé nulla che ne permetta il riconoscimento, salvo la propria dichiarazione, e non ha un titolo valido per restare nel Paese in cui arriva, ma non è detto che non ne abbia il diritto.

I diritti dei migranti secondo lo stato Italiano:

Spesso i migranti hanno difficoltà a spiegare i veri motivi per cui hanno lasciato il proprio Paese, a volte ciò è dovuto ad inconsapevolezza legata al basso livello di scolarizzazione o per il fatto che sono abituati alle difficoltà quotidiane più disparate.

Migrante economico: è colui che si sposta per motivi economici, come la povertà, e non ha diritto di asilo secondo la nostra normativa.

Apolide: ha diritto di soggiorno, ma non si sa per quanto tempo. A volte ricevono un visto per sei mesi, a volte per un anno, a volte per cinque.

Profugo: ha diritto di protezione da parte del nostro Paese.

Eco-profugo: è un termine nuovo, indica coloro che fuggono dal proprio Paese a causa di calamità naturali. Stanno per essere organizzati convegni sui rifugiati climatici. Gli sconvolgimenti climatici sono tra i moventi principali di migrazione, ma al momento i fenomeno è ancora poco conosciuto e lo stato di diritto di queste persone non è ancora normato. Pertanto non hanno diritto a tutela e spesso vengono classificate come migranti economici. A causa degli squilibri climatici il loro numero aumenterà nel tempo.

Protezioni riconosciute dallo Stato Italiano:

Rifugiato: ha diritto a protezione in quanto è una persona che ha un timore fondato di persecuzioni nel Paese d’origine, per caratteristiche proprie dell’individuo come la razza, la religione, la lingua, il gruppo sociale (es. genere, inclinazioni sessuali), nazionalità, etnia, idee politiche.

Protezione sussidiaria: è riconosciuta a chi proviene da un Paese dove c’è un conflitto in corso; qualsiasi persona in quell’area è a rischio, indipendentemente dalle caratteristiche soggettive.

Protetti umanitari: è uno status di diritto riconosciuto solo dall’Italia e da pochi altri Paesi (non è un diritto internazionale). Riguarda persone che, indipendentemente dalle motivazioni del viaggio, a causa del viaggio stesso o per la propria storia personale hanno subito violenze fisiche o psicologiche tali per cui hanno diritto al soggiorno nel nostro Paese per un periodo limitato di tempo che gli consenta di riprendersi dalle vicende traumatiche. Consideriamo ad esempio tutte le persone che dichiarano di avere subito violenza passando in Libia.

Lo stato di diritto (diritto di protezione, di asilo) viene riconosciuto dall’Italia ai migranti che rispecchiano i requisiti di cui sopra; non viene creato e viene rilasciato solo a coloro che lo richiedano formalmente (richiedenti asilo), da parte di una commissione preposta.

Il tema è complesso e la classificazione serve per finalità pratiche, ma spesso i motivi del viaggio sono i più vari e risulta molto difficile sia per chi parte che per chi accoglie capire tutti i fattori che spostano una tale quantità di persone.

La Convenzione di Ginevra del 1951 ha tentato di tutelare i diritti dei migranti in modo coordinato tra più Stati aderenti. La sua origine è chiaramente riconducibile alle migrazioni causate dagli squilibri della seconda guerra mondiale. Tuttavia i Paesi aderenti sono solo 145 e oggi la realtà globale richiederebbe un nuovo sforzo normativo per riuscire a gestire in modo democratico ed etico le nuove necessità di diritto di chi fugge.

Testo: Sara Gisella Omodeo

Video credits: UNHCR

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