Proprio una maratona questo lunedì 16 maggio sull’Aquarius.
Le chiamate radio del Centro Marittimo di Roma (MRCC) han preso il via alle 6.30 del mattino e i conseguenti avvisi inoltrati alle navi in zona si sono moltiplicati nel corso della giornata.
Mare calmo e vento da sud-est: condizioni ideali perché i fragili gommoni, affittati dagli scafisti, tentino di staccarsi dalle coste libiche e avviarsi verso una traversata molto pericolosa.
Alle 7.30 ci vengono trasmesse le coordinate di tre imbarcazioni in difficoltà a circa 20 miglia a nord-est di Tripoli: Aquarius subito fa rotta verso il punto indicato.
Mentre navighiamo troviamo un gommone sgonfio e vuoto, “Che si sia rivoltato?, ci saranno dei sopravvissuti? ” ci chiediamo. Il nostro coordinatore decide immediatamente di dare un’occhiata al gommone e ispezionare la zona circostante, ma subito si scopre che si tratta di un imbarcazione strappata e resa inutilizzabile dopo un salvataggio. Fortunatamente, abbiamo solo avuto paura del peggio.
Siamo sul punto di metterci in posizione circa le indicazioni arrivateci, quando MRCC ci fa dirigere verso un’altro gommone che si trova più vicino.
Per radio, una nave che punta su Misurata, chiede se Aquarius può intervenire per prestare soccorso all’ennesimo gommone in difficoltà: purtroppo ci troviamo spostati a ovest e già pronti a effettuare il nostro primo salvataggio di questa giornata.
Sono talmente tanti i gommoni con cui questi disperati si sono avventurati in mare, che l’allarme è generale e tutte le navi sono messe in stato d’allarme.
Ci accorgiamo che un’imbarcazione, con una massa di corpi in piedi, va lentamente alla deriva.
Le braccia si agitano, uno di loro sventola un panno bianco, si alzano sempre più grida d’aiuto.
Mano a mano che i soccorritori si avvicinano, i poveracci sono talmente eccitati che il loro gommone rischia di ribaltarsi. Occorre fermezza per prendere in mano la situazione e ristabilire una certa disciplina.
“Erano agitatissimi, bisognava trattenerli per evitare incidenti” racconta il coordinatore Matthias Menge.
Due uomini cadono in acqua ma vengono immediatamente recuperati .
La prima rotazione riporta a bordo sei donne in pessime condizioni. Due di loro sono talmente sfinite che si rende necessario sollevarle con una barella.
Il medico di Medici Senza Frontiere, la dottoressa Erna Rijnierse rassicura una donna abbracciandola: “Siamo qui per te, adesso ti facciamo volare” le dice un attimo prima che la gru di Aquarius issi a bordo la barella. Subito dopo iniziano le altre rotazioni, con un mulinare di giubbotti di salvataggio, con operazioni che, per circa due ore, vedranno un avanti-indietro che porterà in salvo ben 137 persone.
A bordo di Aquarius, i volti sono stanchi, provati. Un uomo crolla, un altro alza le braccia al cielo, cade in ginocchio e bacia il ponte. Un terzo si apparta raccogliendosi nei suoi pensieri. Altri si abbracciano felici.
Il personale di Medici Senza Frontiere consegna ad ognuno una borsa con una bottiglia d’acqua, una coperta, delle calze e un involucro che consenta loro di restare asciutti.
Inoltre un po’ di biscotti possono consentire loro di aspettare la distribuzione di cibo: questa è in ritardo in quanto Aquarius si sta avvicinando a un’altra imbarcazione in difficoltà.
I soccorritori hanno appena il tempo di rifiatare, che occorre rimettere in acqua i nostri canotti e dirigersi verso altre 116 persone da salvare. Ci sono dieci donne e un bambino di tre anni, il primo a salire a bordo.
Nel frattempo, i sopravvissuti del primo gommone osservano con ansia l’operazione.
Chissà cosa stanno provando nel rivedere tutto quanto hanno appena sperimentato sulla loro pelle?.
Si alza un grido d’ammirazione dalla parte dei migranti in salvo: “Bisogna avere cuore per fare tutto questo”.
Per facilitare la registrazione, i primi sopravvissuti sono stati raggruppati a babordo, i nuovi arrivati a tribordo. Ai primi sono stati consegnati braccialetti gialli, agli altri blu.
Al più presto dovremo liberare dello spazio e preparare, in via del tutto eccezionale, il ponte superiore in modo da poter accogliere altre 115 persone. Infatti Aquarius dovrà ospitare questi ulteriori naufraghi che sono stati portati in salvo da una nave militare tedesca.
Alle 19.15 anche questa operazione viene portata a termine.
In serata si procede alla distribuzione del pasto, alle visite mediche e alle cure più diverse.
La notte sarà lunga: con 368 persone a bordo sono necessari dei turni di guardia in modo da assicurare a tutti assistenza e protezione.
Il riposo verrà più tardi e solo dopo l’arrivo a Lampedusa previsto per l’indomani.
Questo lunedì 16 maggio sono stati salvati più di 1150 naufraghi che erano a bordo di undici gommoni.
Questo da almeno 5 navi, di cui alcune militari dell’operazione Sophia, dalla “Dignity 1” e da Aquarius di SOS MEDITERRANEE.
Nagham Awada
traduzione: Ferruccio Frigerio
Photos: Giorgios Moutafis