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Il fine settimana di Pasqua e i giorni immediatamente seguenti sono stati estremamente impegnativi per SOS MEDITERRANEE e l’equipaggio dell’Aquarius.

 

Ecco un breve resoconto delle operazioni di salvataggio basato sui resoconti fornitici da Nagham, coordinatrice della comunicazione a bordo, e da altri membri dell’equipaggio:

 

Domenica 27 marzo

 

Messa sull’allerta dall’MRCC di Roma alle 7:12 di mattina, l’Aquarius si è recata nella zona indicata e ha supportato un’operazione di salvataggio di quattro imbarcazioni in pericolo. Il nostro coordinatore delle operazioni SAR, Mathias ha avviato una ricognizione per accertare le condizioni delle imbarcazioni e dei profughi a bordo.

 

Ogni imbarcazione era occupata da circa 120 persone. La prima trasportava soprattutto francofoni dell’Africa occidentale, mentre i passeggeri dell’ultima parlavano soprattutto inglese. Per lo più si trattava di uomini ma vi erano anche donne e bambini.

 

L’operazione di salvataggio è stata poi condotta e portata a termine da due navi della Marina Italiana. L’Aquarius ha ricevuto invece istruzioni da Roma di recarsi in un’altra zona dove si presumeva dovessero esserci altre persone in pericolo.

 

Lunedì 28 marzo

 

Alle 11:15 ha avuto inizio un’operazione di salvataggio portata a termine con successo alle 12:30. La cifra definitiva delle persone soccorse direttamente da SOS MEDITERRANEE è di 132 profughi, per la maggioranza uomini. Tra di loro vi erano 7 donne e 3 bambini piccoli, due gemelli di 13 mesi e un bebé di 7 mesi. Le provenienze erano varie: Gambia, Senegal, Guinea, Nigeria, Mali, Costa d’Avorio, Guinea Bissau e Sierra Leone.

 

La Guardia Costiera ha successivamente affidato all’Aquarius altri 246 profughi soccorsi nelle stesse ore dal dispositivo Triton, dalla nave Diciotti e dai guardacoste d’altura di stanza a Lampedusa. Tra le persone trasferite a bordo vi erano 12 donne di cui tre incinta (al secondo, terzo e quarto mese) e due bambini di 5 e 8 anni. Per la maggioranza si tratta di profughi dell’Africa subsahariana.

 

I 378 profughi a bordo dell’Aquarius sono stati presi in cura dal personale di SOS MEDITERRANEE e di Médicins du Monde.

 

In tutto, nella giornata del 28 marzo sono stati soccorsi 752 profughi nel Canale di Sicilia dal dispositivo coordinato dalla Guardia Costiera italiana. Sale cosi il numero dei disperati in fuga dal proprio Paese per i quali SOS MEDITERRANEE ha contribuito a salvare la vita. I risultati prodotti dal progetto messo in mare dall’associazione internazionale, e la partecipazione della società civile di Germania, Francia e Italia, hanno permesso di prorogare fino alla fine dell’anno la missione di nave Aquarius nel Mar Mediterraneo.

 

L’Aquarius ha infine ricevuto istruzione di recarci in un porto siciliano, che alla fine è risultato essere Messina.

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Mercoledì 30 marzo

 

L’Aquarius è giunta a Messina alle 9:15.

 

Le autorità anno coordinato lo sbarco dei profughi e li hanno presi in consegna. Tra le associazioni presenti, vi erano rappresentanti di IMO, UNHCR e Save the Children.

Lo sbarco si è concluso alle 11:50.

 

Memorie e impressioni

 

Nagham racconta nella notte del 29 e alla mattina del 30 l’equipaggio è stato svegliato dai canti e dalle danze di un gruppo di profughi francofoni che intonavano preghiere di ringraziamento:

 

“Cantavano e cantavano mentre gli altri guardavano le coste della Sicilia che apparivano all’orizzonte come una promessa di speranza coronata dal bellissimo Etna, ancora ricoperto di neve.”

 

Christian von Borries, dell’equipe di salvataggio, conferma:

 

“Questa mattina la canzone degli espatriati era questa:

 

My boat will not sink, since it is from SOS MEDITERRANEE.

 

La mia imbarcazione non affonderà perché è di SOS MEDITERRANEE.”

 

“L’addio—riporta ancora Nagham—tra SOS MED/MdM e i profughi è stato calorosissimo e commovente. La gioia e il sollievo, ma anche la stanchezza per le lunghe procedure di sbarco, si leggevano sui loro volti.”
“Uno di loro ci ha detto: Ci mancherete. Ci avete salvato la vita!