LETTERA APERTA – LA AQUARIUS TORNA IN MARE

LETTERA APERTA – LA AQUARIUS TORNA IN MARE

La Aquarius torna in mare e noi ci impegniamo a sostenere la sua missione 
Siamo #OnBoardAquarius

 

Dall’inizio di giugno, mentre alle navi umanitarie veniva impedito di salvare vite nella zona di ricerca e soccorso al largo delle coste libiche, almeno 717 persone sono annegate nel Mediterraneo centrale (dati dell’Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni, aggiornati al 19 luglio).

 

La Aquarius – la nave noleggiata dall’organizzazione europea per il soccorso in mare SOS MEDITERRANEE e gestita in partnership con Medici senza Frontiere (MSF) – torna nelle acque internazionali perché le persone continuano a morire nel tentativo di fuggire dall’inferno libico. La Aquarius riprende la propria missione poiché salvare vite è la sua missione e il suo dovere, come di tutti i marinai a bordo. È anche il compito di tutte le imbarcazioni e di tutti gli equipaggi presenti nel Mediterraneo centrale. Eppure mai come oggi sono state così poche le navi dedicate alla ricerca e al soccorso.

 

La Aquarius torna nelle acque internazionali al largo delle coste libiche perché è proprio diritto farlo. L’aiuto che può fornire, come sempre ha fatto, è efficiente, professionale e umano.

 

Alcuni hanno sostenuto che la Aquarius sia complice della tragedia umanitaria che da troppo tempo si consuma nel Mediterraneo. Questo semplicemente è falso: il solo e unico scopo della nave è salvare vite in mare, impedire che donne, uomini e bambini muoiano. Ogni azione è guidata da un solo obbligo sancito dal diritto internazionale marittimo: aiutare, nel migliore dei modi e il più velocemente possibile, le persone che rischiano la vita nelle acque internazionali e portarle in un posto sicuro, dove i loro bisogni primari possano essere soddisfatti e i loro diritti garantiti.

 

Come ha fatto coerentemente in passato, la Aquarius si impegna a coordinare sempre la propria attività con le autorità marittime competenti. Si impegna ancora una volta a seguire tutte le istruzioni sul soccorso in mare, nel rispetto delle convenzioni internazionali marittime in vigore. In tutti i casi la nave rispetterà il proprio dovere di assistere le persone.

 

Nella pratica questo significa che quando verrà (messa) a conoscenza di un’imbarcazione in pericolo e l’autorità marittima competente dovesse ordinarle di non dirigersi sul posto per prestare soccorso, la Aquarius potrà adeguarsi a queste istruzioni solo nel caso accerti che tutti gli altri mezzi disponibili siano impiegati per soccorrere le persone in pericolo e portarle in un posto sicuro.

 

Allo stesso modo se alla Aquarius dovesse essere ordinato di attendere mentre un’imbarcazione è in pericolo imminente, pur trovandosi nella condizione di poter salvare le persone dall’annegamento, la nave non aspetterà.

 

Infine se la Aquarius dovesse ricevere l’istruzione di far sbarcare le persone soccorse in un porto libico o di trasbordarle su un’imbarcazione per riportarle nella situazione da cui fuggono, la nave si rifiuterà sempre. La Libia non può essere considerato un posto sicuro.

 

La Aquarius torna in mare

La Aquarius è diventata il simbolo della solidarietà in mare. È gli occhi e le orecchie dei cittadini convinti come lei che in mare e a terra il soccorso di chi è pericolo prevalga su ogni altra considerazione.

 

Mentre negli ultimi giorni questo principio fondamentale e ampiamente riconosciuto viene messo in discussione sulle rive del Mediterraneo centrale, la Aquarius si impegna a rendere pubblico qualunque evento di cui sia testimone in mare e a denunciare qualunque violazione del diritto del mare e delle altre convenzioni marittime internazionali in vigore.

 

La Aquarius torna in mare. Siamo #OnboardAquarius

 

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Oltre 500 tra scrittori, giornalisti, attori, registi, sportivi, docenti, scienziati, musicisti, Organizzazioni non governative … hanno firmato la lettera aperta di SOS MEDITERRANEE in Italia e nel resto d’Europa.

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