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Il rapporto dell’ultima missione della Ocean Viking nel mediterraneo centrale.
Il 22 aprile abbiamo assistito alle tragiche conseguenze di un naufragio dovuto all’assenza di coordinamento nel Mediterraneo centrale. In 130 hanno perso la vita.
Nei giorni successivi, abbiamo completato il salvataggio di 236 persone, poi sbarcate ad Augusta. Tra loro 130 ragazzi e ragazze minorenni, dei quali 119 non accompagnati.

Da Augusta a Siracusa

Il 14 aprile scorso, la Ocean Viking ha lasciato il porto di Augusta per condurre delle esercitazioni e ripararsi poi, a causa del maltempo, sempre in un porto siciliano: quello di Siracusa.

Verso la zona delle operazioni

Dopo alcuni giorni di ricerca in mare, nella giornata di mercoledì 21 aprile la Ocean Viking riceve da Alarm Phone la segnalazione di tre imbarcazioni in difficoltà: un barchino di legno con circa 40 persone a bordo e due gommoni con 120 persone a bordo circa. La nave si dirige verso l’ultima posizione nota della barca di legno e la cerca, senza trovarla, per tutta la giornata di mercoledì 21.

Una terribile tragedia

Alle 19:15 di mercoledì 21 aprile, un mezzo non identificato lancia una prima chiamata di soccorso MAYDAY sul canale VHF 16, il canale radio di emergenza marina. Dalle dichiarazioni pubbliche di Frontex successivamente agli eventi, pare che sia stato un aereo di Frontex a lanciare quel MAYDAY. Nelle prime ore di giovedì 22 aprile, la Ocean Viking arriva sul luogo dell’ultima posizione conosciuta del gommone in difficoltà, ricevuta via radio nella chiamata MAYDAY circa 9 ore prima (mentre Alarm Phone aveva segnalato per la prima volta questo caso di emergenza circa 20 ore prima) e inizia la procedura di ricerca attiva in coordinamento con le navi mercantili M/V MY ROSE, M/V ALK e M/T VS LISBETH.

La Ocean Viking chiama il Centro italiano di Coordinamento del Soccorso Marittimo (MRCC) alle 7:35 del mattino, chiedendo supporto aereo. Più tardi, alle 8:55, la Ocean Viking chiama anche l’ufficio di Frontex per chiedere supporto aereo nella ricerca della barca in difficoltà. In entrambi i casi, la nostra nave non riceve informazioni sul fatto che Frontex abbia inviato o abbia intenzione di inviare mezzi nella zona, ma il velivolo Osprey 3 di Frontex arriverà sulla scena più avanti, nel corso della mattinata.

A mezzogiorno, la M/V MY ROSE informa il velivolo Osprey 3 di Frontex di aver avvistato tre corpi nell’acqua. La Ocean Viking chiama Osprey3 per chiedere informazioni sul caso, chiedendo anche chi stesse coordinando le operazioni. Osprey3 risponde che loro stanno partecipando solo alla ricerca e non coordinando il caso. La Ocean Viking informa allora l’Osprey3 e la nave mercantile M/V ALK di avere la capacità e le strutture per recuperare i corpi. Ciononostante, non abbiamo mai ricevuto risposta o istruzioni in merito da parte delle autorità marittime.

Venti minuti dopo, Osprey3 individua il relitto del gommone e trasmette la sua posizione tramite il canale radio VHF 16 alle navi impegnate nella ricerca.

Una delle navi mercantili presenti, M/V ALK, lascia successivamente la scena, comunicando via radio che la nave di pattuglia della Guardia Costiera Libica UBARI avrebbe coordinato il caso. Tuttavia, la UBARI non si trova sul posto in quel momento.

Alle 14:00, l’equipaggio della Ocean Viking avvista il relitto del gommone e diversi cadaveri nell’acqua circostante. È una tragedia. Si stimano tra 120 e 130 morti.

Per un resoconto ancora più dettagliato del naufragio, questo è il racconto che ci è pervenuto dal ponte della nostra nave.

 

 

Una speranza: 236 vite in salvo

Martedì 27 aprile, la Ocean Viking avvista due gommoni in difficoltà: a bordo ci sono 236 persone che vengono tutte portate in salvo a bordo della nostra nave ambulanza. Tra di loro, anche 130 minorenni, dei quali 119 sono soli: non hanno nessuno che li accompagni.

Testimoni di un respingimento illegale

Il giorno dopo, l’equipaggio e i sopravvissuti a bordo di Ocean Viking hanno assistito a un respingimento da parte della guardia costiera libica. I team dei nostri soccorritori erano pronti all’operazione di salvataggio di due gommoni in difficoltà. La motovedetta Fezzan della guardia costiera libica è arrivata prima, costringendo i naufraghi al ritorno in un paese dove subiscono sistematiche e indicibili torture. Una violazione del diritto marittimo e della Convenzione di Ginevra. Molti dei sopravvissuti a bordo di Ocean Viking sono stati scossi da questo evento: molti di loro, anche minori, avevano già vissuto respingimenti.

Un Porto Sicuro

Dopo alcuni giorni di pattuglia in acque internazionali, il primo maggio i 236 sopravvissuti sono stati portati ad Augusta, in un Porto Sicuro. Sia i naufraghi che il nostro equipaggio si sono sottoposti al tampone anti-Covid somministrato dalle autorità sanitarie. Al nostro equipaggio è stato successivamente prescritto un periodo di 14 giorni di quarantena a bordo.

 

Foto:
Flavio Gasperini/SOS MEDITERRANEE
Morgane Lescot/SOS MEDITERRANEE

Le missioni in mare di SOS MEDITERRANEE sono sostenute nel 2021 anche con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese. Il supporto dei nostri donatori e partner è fondamentale: in mare fa la differenza tra la vita e la morte!