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Le opinioni espresse dalle fonti non rappresentano necessariamente il punto di vista di SOS MEDITERRANEE.

 

Aggiornato il 15 giugno, ore 10:00

 

Sabato si è verificato un naufragio al largo di Zawiya, in Libia. Il bilancio delle vittime del naufragio di 10 giorni fa al largo di Sfax, in Tunisia, è salito a 61 vittime. Gli sbarchi autonomi sono proseguiti a Lampedusa e in Calabria. Le navi di soccorso civile Sea-Watch 3 e Mare Jonio hanno ripreso le operazioni nel Mediterraneo centrale. Mentre in Libia, sono state scoperte varie fosse comuni.

 

Situazione nel Mediterraneo centrale

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) ha riportato sabato un naufragio al largo delle coste di Zawiya, in Libia. 20 sopravvissuti hanno segnalato la scomparsa di 12 persone, tra cui due bambini, ha twittato l’Oim. Secondo Mediterraneo Cronaca, il naufragio è avvenuto 6 miglia al largo della costa libica.

 

Il bilancio delle vittime del naufragio del 4/5 giugno al largo di Sfax, in Tunisia, è salito a 61 persone. La Guardia costiera tunisina ha detto che almeno 22 donne, una delle quali incinta, e quattro bambini erano tra i morti (Arab News, Reuters).

 

All’indomani del naufragio al largo delle coste tunisine, l’Oim ha chiesto agli Stati membri dell’UE di aumentare la capacità di ricerca e salvataggio. Federico Soda, Capo Missione dell’IOM in Libia, ha ribadito che la Libia non è un luogo sicuro e ha chiesto agli Stati costieri dell’UE più vicini alla Libia di abbandonare la loro politica dei “porti chiusi” (Vatican News).

 

193 persone sono attualmente a bordo del « Moby Zazà», il traghetto noleggiato dalle autorità italiane per la quarantena dei sopravvissuti. Un gruppo di 80 persone dovrebbe terminare la quarantena il prossimo mercoledì, gli altri 113 dovranno attendere la prossima settimana per sbarcare dal traghetto, mentre altre 49 persone che erano arrivate a Lampedusa l’11 giugno dovrebbero imbarcarsi (Mediterraneo Cronaca).

 

Domenica sera una barca a vela con circa 50 persone ha raggiunto la costa di Crotone, in Calabria. La barca sarebbe partita dalla Turchia (Gazzetta del Sud).

 

Giovedì, circa 50 persone in partenza dalla Tunisia hanno raggiunto autonomamente Lampedusa (Mediterraneo Cronaca).

 

Martedì scorso la nave di soccorso di Mediterranea, Mare Jonio, ha lasciato il porto di Trapani per una missione nel Mediterraneo centrale (Repubblica). Il 6 giugno, Sea-Watch 3 è salpata da Messina al Mediterraneo centrale. Mentre il 9 giugno, Sea Watch ha anche annunciato la prima missione del suo aereo Moonbird dall’inizio della pandemia COVID-19 in Europa.

 

Martedì scorso, 185 persone sono state riportate dalla Guardia Costiera libica in Libia, riferisce l’OIM. Secondo Repubblica, tra i respinti c’erano molti bambini. Nel frattempo, l’UNHCR riporta una cifra diversa, dichiarando che circa 250 persone sono state riportate a Tripoli lo stesso giorno, dopo essere state intercettate in mare.

Libia

Secondo la missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), almeno otto fosse comuni sono state scoperte in un’area ripresa dal governo di Tripoli di Accordo Nazionale (Gna) (CNN). La maggior parte delle fosse sono state trovate a Tarhuna, l’ultima roccaforte dell’esercito libico di Haftar (Lna). Il Ministero della Giustizia della Gna annunciò che avrebbe istituito una commissione per indagare sulle tombe. A marzo, l’Unsmil aveva ricevuto segnalazioni di centinaia di sparizioni forzate, torture, uccisioni e sfollamenti di intere famiglie a Tarhuna da parte di forze leali ad Haftar. La missione dell’ONU ha anche verificato numerose esecuzioni sommarie nella prigione di Tarhuna lo scorso autunno (Al Jazeera).

 

Secondo l’OIM, 9569 persone sono fuggite dalla Libia quest’anno finora, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo nel 2019 (4158) (IOM Libya Monthly Update).

 

Sono in corso i preparativi, la formazione e l’organizzazione della nostra prossima missione di soccorso con una configurazione integralmente sotto la responsabilità di SOS MEDITERRANEE. Riprenderemo la nostra missione di salvare vite nel Mediterraneo centrale il prima possibile.