L’Agenzia per la Sicurezza Interna libica (ISA) ha annunciato di voler sospendere il lavoro di 10 organizzazioni umanitarie internazionali che operano sul suo territorio (International Rescue Committee, Norwegian Refugee Council, Terre des Hommes Italia, International Medical Corps, Danish Refugee Council, Médecins Sans Frontières, CARE Germany-Luxembourg, Intersos, Acted, Cesvi, UNHCR), con l’accusa di portare avanti attività ostili che superano i loro mandati operativi e minacciano la sovranità libica: secondo SOS MEDITERRANEE la decisione dell’ISA avrà conseguenze devastanti per migranti e rifugiati, privandoli di cure mediche, assistenza umanitaria e protezione. Questa presa di posizione appresenta un’escalation pericolosa nello smantellamento dello spazio umanitario.
Le accuse
Le 10 organizzazioni sono accusate di minacciare la sovranità nazionale provando ad alterare la composizione demografica del Paese, incentivando i migranti di origine africana a stabilirsi in Libia: secondo l’ISA, fornire aiuti essenziali come cibo, vestiario e cure mediche, sarebbe un’attività ostile, poiché incoraggerebbe i migranti a rimanere anziché transitare.
Inoltre, le ONG promuoverebbero valori considerati contrari all’identità libica, tra cui “cristianesimo, ateismo, omosessualità e decadenza morale”.
Tra le accuse più gravi formulate dall’agenzia per la sicurezza libica quella di utilizzare gli aiuti umanitari come copertura per riciclaggio di denaro.
Il portavoce dell’ISA ha anche accusato l’Unione Europea di sfruttare l’instabilità in Libia, utilizzando le ONG come strumento per imporre un’agenda di reinsediamento.
Misure adottate
Per limitare il lavoro delle 10 ONG nel mirino delle autorità libiche, il governo ha deciso di chiudere i loro uffici sul proprio territorio, sospendere le operazioni e congelare i conti delle organizzazioni.
Questa decisione arriva dopo una lettera del 27 marzo firmata da 17 ambasciatori europei e un funzionario ONU, che condannava la “repressione continuativa” dell’ISA contro le ONG e gli operatori umanitari. Secondo la lettera (ottenuta da AFP), l’ISA ha interrogato almeno 18 membri del personale di sei ONG, sequestrando passaporti e costringendo alcuni alle dimissioni.
MSF ha confermato che, dalla metà di marzo, l’ISA ha convocato e interrogato il personale delle ONG internazionali che assistono i migranti, oltre a membri di cliniche private. Le strutture sanitarie hanno ricevuto l’ordine di interrompere le cure per i pazienti migranti e rifugiati.
Contesto ostile
L’atteggiamento dell’ISA nei confronti delle ONG rientra in un trend più ampio di repressione contro i migranti e di smantellamento sistematico della società civile in Libia. Negli ultimi mesi si sono registrati un aumento di arresti, attacchi violenti e discorsi d’odio contro migranti, in particolare persone nere, l’uso di leggi severissime per minacciare, molestare e detenere arbitrariamente attivisti e membri di ONG (come documentato da Human Rights Watch nel gennaio 2025) e l’interruzione, dal 10 marzo, della pubblicazione dei dati settimanali sugli intercettamenti di migranti al largo delle coste libiche. Fino a quella data, erano stati intercettati e riportati in Libia 4.767 persone.
Reazioni
MSF ha confermato il 3 aprile la sospensione delle attività in Libia dal 27 marzo, a seguito delle azioni dell’ISA.
Un portavoce dell’UNHCR ha dichiarato alla BBC il 5 aprile di essere “in contatto con le autorità libiche per chiarimenti”.
Cancellare il Memorandum
Di fronte a questo scenario, che conferma l’insostenibilità della partnership UE-Italia con la Libia sul tema migrazione, SOS MEDITERRANEE ritiene impossibile continuare a sostenere il Memorandum Italia-Libia. Infatti, tramite i finanziamenti dell’UE, le persone vengono intercettate e riportate in Libia, dove subiscono abusi, estorsioni e violazioni dei diritti umani: l’UE e l’Italia devono rispettare il diritto internazionale, che è incompatibile con il Memorandum.