Skip to main content

È una tragedia ciò che sta accadendo nel Mediterraneo. Non dovrebbe succedere. Non dovrebbe essere l’unica soluzione che le persone hanno per cercare un futuro.” 

Ali* ha 23 anni e viene da Sousse, in Tunisia. È stato soccorso dalla Ocean Viking insieme ad altre 24 persone da un’imbarcazione in vetroresina in difficoltà nell’area SAR maltese il 13 febbraio 2022. Ali ha aiutato il nostro team a preparare il tè quasi ogni mattina. Parlando fluentemente francese, arabo e inglese, ha anche supportato le nostre squadre con le traduzioni quando i mediatori culturali non erano disponibili. Ali ha condiviso con il nostro equipaggio la sua vita di giovane tunisino nel suo Paese e le sue speranze per il futuro. 

Ali è nato a Sousse; è cresciuto in città e lì ha frequentato anche l’università. Ha conseguito una laurea in Tecnologia e un master in Ingegneria elettronica. Nonostante i suoi titoli di studio però non è riuscito a trovare un lavoro nel suo settore. “Il tasso di disoccupazione giovanile in Tunisia è molto alto, e ho deciso di cercare un lavoro all’estero come ingegnere. Ho quindi richiesto il visto due volte per andare in Francia, innanzitutto per vedere la mia famiglia, dato che molti dei miei familiari ora vivono lì, e poi per provare a trovare un lavoro”. La prima volta Ali ha chiesto il visto contemporaneamente alla madre. Avevano tutti i documenti necessari. Tuttavia, la madre ha ottenuto il visto mentre ad Ali è stato negato, senza una spiegazione. Ha provato una seconda volta da solo, ricevendo un altro rifiuto. Ha quindi finito per vivere da solo a Sousse, e racconta: “Dovendo mantenermi da solo, ho trovato un lavoro in una fabbrica farmaceutica. Mi pagavano 10 dinari al giorno, che non bastavano nemmeno per mangiare. Un giorno, uno dei miei colleghi ha avuto un incidente sul lavoro in fabbrica. Sua moglie andò dal nostro capo per ottenere l’assicurazione per gli infortuni sul lavoro che avrebbe dovuto coprire le spese ospedaliere, ma non ottenne nulla. A causa della mancata assistenza sociale in Tunisia, sono stati rovinati”. Un altro esempio di questa mancanza di assistenza sociale è la storia di suo fratello: “Lavorava in una fabbrica di candeggina e nessuno utilizzava i dispositivi di protezione individuale. Di conseguenza, era gravemente malato per la maggior parte del tempo. Alla fine, è riuscito a ottenere un visto per lavorare in Francia quattro anni fa”. 

Esaurite tutte le opzioni possibili, Ali ha deciso di imbarcarsi su un’imbarcazione precaria nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale. “Cercare di attraversare il mare era l’ultima opzione che avevo. Sapevo quanto fosse pericoloso, ma non riuscivo a trovare altre soluzioni per mantenermi. Ci ho provato, ma come giovane in Tunisia non hai futuro. Non avevo altra scelta”.  

Ali ha pagato 2000 euro per imbarcarsi su una nave. Poco dopo la partenza, il tempo ha iniziato a peggiorare e le onde sono diventate più alte. “Avevo il mal di mare, sono svenuto per quasi tutta la traversata. Mi girava ancora la testa quando ci avete salvato”. 

Ali ha riflettuto molto sulla sua esperienza mentre era a bordo della Ocean Viking. “Voglio vedere la mia famiglia; voglio trovare un lavoro. I visti non dovrebbero essere così difficili da ottenere, perché mettono a rischio la vita delle persone, e io sono fortunato rispetto alle altre persone che sono qui sulla Ocean Viking. Mi viene il mal di pancia quando vedo il resto dei sopravvissuti sulla nave, perché so che hanno vissuto un inferno peggiore del mio nel loro Paese e in Libia. È una tragedia quello che sta accadendo nel Mediterraneo. Non dovrebbe succedere. Non dovrebbe essere l’unica soluzione che le persone hanno per cercare un futuro” 

* Il nome è stato cambiato per proteggere l’identità del sopravvissuto. 

La testimonianza è stata raccolta da Claire Juchat, ufficiale di comunicazione a bordo della Ocean Viking a Febbraio 2022.