“Marmo Italiano” è il nome dell’opera che Jago, scultore e artista di fama internazionale, ha rivelato ieri sera allo Stadio Olimpico di Roma. Il ragazzo di marmo nero è dedicato alle persone in transito ed è stato sulla Ocean Viking, testimone diretto del salvataggio di 296 persone nel Mediterraneo Centrale.
Si chiama “Marmo italiano” l’opera che Jago, scultore di fama internazionale, ha voluto dedicare alle persone in fuga attraverso il Mediterraneo centrale. La statua è stata installata sulla Ocean Viking ed ha partecipato alla missione che la nave di SOS MEDITERRANEE ha condotto nello scorso giugno, durante la quale sono state tratte in salvo 306 persone.
Ieri sera “Marmo italiano” è stata svelata al mondo: si è “materializzata” nel cerchio di centrocampo dello Stadio Olimpico di Roma, un luogo leggendario e rappresentativo per gli italiani e gli europei. Un luogo familiare, sconvolto dalla figura esile di un ragazzino di marmo nero, riverso a terra. A scuotere le nostre coscienze e ricordare ciò che avviene a pochi chilometri da noi.
L’iniziativa dell’Olimpico nasce dall’idea della Lega Serie A e del suo presidente Lorenzo Casini che ha voluto ospitare l’opera nel tempio dello sport italiano. La statua sarà in mostra all’interno dello stadio fino al prossimo 4 agosto.
L’opera è stata la testimone silenziosa di ore e giorni trascorsi dal nostro team a cercare di individuare coi binocoli imbarcazioni in difficoltà, ha visto le persone in fuga dagli orrori della Libia raggiungere l’ “oasi” che è la nostra nave e poi la definitiva sicurezza in porto il 6 luglio scorso, a Pozzallo.
Il titolo della scultura è, appunto, “Marmo italiano”: la pietra in cui Jago ha scolpito questo fanciullo proviene infatti dalle stesse cave in Toscana da cui si estrae il marmo bianco, tanto più rinomato. Ma il marmo nero è anch’esso prezioso e bellissimo, al pari di quello bianco. «Lo stesso – sostiene l’artista – dovrebbe valere per ogni persona accolta nel nostro Paese: non è il colore della pelle a dare valore ad un essere umano».
Un’opera che vuole ricordare le oltre 25mila persone inghiottite dal nostro mare negli ultimi anni, ma anche raccontare le sofferenze che queste persone vivono in Libia, e quelle che incontrano in Europa.
«Quella di ieri – commenta il presidente di SOS MEDITERRANEE Italia, Alessandro Porro – è stata un’occasione in cui tre mondi si sono incontrati: quello dell’arte, quello dello sport e quello dell’azione umanitaria. Noi ringraziamo di cuore Jago che ci ha voluto coinvolgere in questa operazione e ci ha fatto dono della “compagnia” di questa meravigliosa opera, e ringraziamo la Serie A di aver voluto concederle un così prestigioso spazio espositivo».
«Speriamo – conclude Porro – che iniziative come queste servano ad accendere un faro su ciò che accade nel nostro mare e sulla tragedia umanitaria di cui ogni giorno siamo testimoni».