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Fermi, bloccati, tutti a casa. Per combattere l’epidemia di COVID-19 è fondamentale restare a casa. L’Italia intera in quarantena…siamo tutti sulla stessa barca! Non per questo bisogna lasciarsi sopraffare. Abbiamo deciso di mettere a frutto questa pausa forzata per approfondire dei temi che sono a noi cari: fa bene al cuore, fa bene alla mente. D’altronde, parte fondamentale della nostra missione è testimoniare. Durante questo periodo strano lo faremo anche proponendovi delle storie, dei contenuti, che ci piacciono molto e che raccontano il soccorso in mare e la migrazione secondo un punto di vista diverso. Sit back and enjoy…

Nel prossimo appuntamento di SalvaMenti Live, giovedì 14 maggio alle 18 sulla pagina Facebook di SOS MEDITERRANEE Italia, l’appuntamento social in diretta per conversare con alcuni degli autori e dei giornalisti che si sono occupati di salvataggio in mare e migrazioni, incontreremo proprio Annalisa Camilli, giornalista freelance che da anni si occupa di migrazioni e conflitti.

EPISODIO 4

“La legge del mare. Cronache dei soccorsi nel Mediterraneo

Annalisa Camilli. Rizzoli, 2019

Annalisa Camilli è una giornalista di Internazionale che da oltre un decennio segue le rotte delle migrazioni verso l’Europa.
Fino a pochi anni fa le Ong erano chiamate “angeli del mare” impegnate a soccorrere i migranti che attraversavano il Mediterraneo, agenti nel rispetto di quella legge del mare che prevede aiuto a chiunque sia in difficoltà tra le sue onde. Emblema del rispetto dei diritti umani, specchio delle società civili italiana ed europea aperte all’accoglienza, questi angeli sono “caduti” sotto i colpi di una campagna mediatica che li ha trasformati in taxi del mare, “vicescafisti” dei trafficanti.
Quando è avvenuto questo cambiamento? Annalisa Camilli ci guida attraverso le tappe di un vero e proprio processo di criminalizzazione delle Ong iniziato nel 2017 e che prende le mosse da un dossier di Frontex fino alle allarmanti dichiarazioni di esponenti della destra europea e italiana passando attraverso la decisione di chiudere i porti annunciata con un tweet per arrivare ai noti casi delle navi Aquarius e Diciotti. Cosa ha portato a questo? Informazioni incomplete troppo spesso tentate di ridurre il complesso fenomeno migratorio a numeri, masse indistinte di esseri umani. Ma soprattutto una serrata propaganda di disinformazione in rete contro le Ong da parte di gruppi politici di estrema destra anche nostrana che ha presentato come giusta e inevitabile la sospensione di diritti umani fondamentali per persone straniere. Ma sospendere i diritti a qualcuno equivale sospenderli a tutti, attaccare chi aiuta i più vulnerabili significa accettare che un domani non troppo lontano anche i nostri diritti potranno essere sospesi ed i nostri soccorritori si vedranno bloccati e impotenti nei loro “porti”.

Recensione di Samanta Becuzzi