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La Ocean Viking, nave di soccorso operata da SOS MEDITERRANEE in partnership con Medici Senza Frontiere (MSF), è in attesa dell’assegnazione di un porto per far sbarcare 274 uomini, donne e bambini soccorsi in tre operazioni di salvataggio nel Mediterraneo Centrale il 18 e 19 Febbraio 2020. Fra loro ci sono 22 donne e 64 minori, la maggior parte dei quali non accompagnati.

Nicholas Romaniuk, coordinatore dei soccorsi (SAR Coordinator) per SOS MEDITERRANEE sulla situazione attuale nel Mediterraneo Centrale, dalla Ocean Viking: “Queste 3 operazioni di soccorso sono state condotte in completa mancanza di coordinamento delle autorità marittime. Il centro di coordinamento dei soccorsi libico (Libyan Joint Rescue Coordination Center, JRCC) non ha risposto alle nostre chiamate e quando lo ha fatto non sono stati in grado di comunicare in inglese. I Centri di coordinamento Europei continuano a dirci di contattare le autorità libiche senza offrire alcun supporto, nonostante avessimo fatto presente le mancate risposte di Tripoli. È inaccettabile che queste persone siano lasciate sole, in pericolo, in mezzo al mare, a bordo di imbarcazioni non adeguate alla navigazione e sovraffollate, in cui la morte è l’unica opzione.

Sono ancora più arrabbiato e dispiaciuto oggi. Per quattro anni ho guardato peggiorare la situazione. I leader europei mostrano sempre meno empatia e quasi ignorano le vite umane in pericolo. Le persone che scappano dalla Libia ne pagano il caro prezzo. Tutto ciò sta accadendo sulla scia dell’annuncio della fine dell’Operazione Sophia e della possibile creazione di una nuova missione completamente avversa al salvataggio di vite umane.

Dal momento che gli assetti navali europei opereranno lontano dalla solita area di soccorso, tutto ciò che rimarrà sarà la Guardia Costiera libica, finanziata e addestrata dall’UE; una guardia costiera che solo ieri ha intercettato e riportato in un paese in guerra, con incessanti violazioni dei diritti umani, oltre 200 uomini donne e bambini. Riportati in un porto che solo poche ore prima era sotto il fuoco delle armi.

I Centri di Coordinamento dei soccorsi e gli asset aerei europei a stento avvertono le navi in zona della presenza di imbarcazioni in pericolo e potenzialmente in situazioni mortali, in cui il tempo diventa un fattore essenziale. È di vitale importanza individuare queste imbarcazioni fragili e sovraffollate il più velocemente
possibile. I gommoni possono rompersi e le imbarcazioni di legno possono capovolgersi in qualsiasi momento e il loro carico umano può annegare fra le onde, lontano dagli occhi lontano dal cuore.

Soccorrere persone in pericolo in mare è un dovere e un obbligo secondo la legge internazionale del mare. Sono molto preoccupato per la retorica anti-soccorso che sta adesso modellando le politiche Europee. Le missioni di soccorso delle ONG sono più che mai necessarie.

Le critiche ingiustificate al nostro lavoro salvavita sono diventate più esplicite da parte di alcuni paesi europei. Le ONG non possono aggiustare un sistema che non funziona, ma continueranno a colmare un vuoto lasciato dalla politica europea”.

Nota:

Nella mattina del 18 Febbraio, la Ocean Viking ha ricevuto dalla ONG Alarm Phone la richiesta di aiuto di un’imbarcazione di legno in difficoltà. Un aereo spagnolo EUNAVFOR MED ha contattato la Ocean Viking confermando la posizione e lo stato dell’imbarcazione in pericolo. 84 persone sono state portate in salvo a 71 miglia nautiche dalle coste libiche.

Nel pomeriggio dello stesso giorno, è stato completato un secondo soccorso dopo che la nave è stata segnalata un’altra richiesta d’aiuto da Alarm Phone. 98 persone sono state soccorse a 37 miglia nautiche dalle coste libiche. Le condizioni meteo stavano deteriorando minacciando la fragile struttura del gommone.

Mercoledì 19, 92 persone sono state soccorse da un gommone in pericolo dai team di SOS MEDITERRANEE vicino alla piattaforma petrolifera di Sabratha. L’operazione è stata complessa anche a causa delle onde di 2 mentri e mezzo. Molti dei sopravvissuti, fra cui molte donne e bambini, erano estremamente deboli.

 

La ocean Viking ha tenuto costantemente informato il Centro di coordinamento dei soccorsi libico (Libyan Joint Rescue Coordination Centre, JRCC), ricevendo risposta solo a due delle numerose chiamate. Nessuna delle volte è stato possibile comunicare in inglese.

Mercoledì pomeriggio, come previsto dalla legge marittima, la Ocean Viking ha richiesto un luogo sicuro (Place of Safety) per lo sbarco veloce dei 274 sopravvissuti al JRCC libico, mettendo in copia i centri di coordinamento dei soccorsi (RCC) maltese e italiano. In assenza di alcuna risposta dalle autorità libiche, la Ocean Viking ha chiesto assistenza alle autorità maltesi e italiane per l’assegnazione di un porto in cui
sbarcare. La nave è ancora in attesa di istruzioni da parte delle autorità marittime.