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SOS MEDITERRANEE: l’incolumità e la protezione delle persone dovrebbero essere la priorità

A seguito delle consultazioni intercorse tra l’autorità marittima italiana e quella spagnola nella notte tra lunedì 11 e martedì 12 giugno, dopo 36 ore di stand by nelle acque internazionali a 27 miglia nautiche da Malta e a 35 dalla Sicilia, la nave Aquarius ha ricevuto l’istruzione ufficiale di raggiungere il porto di Valencia in Spagna, indicato dalle autorità marittime competenti come «porto sicuro» nel quale attraccare con 629 tra uomini, donne e bambini soccorsi sabato 9 giugno al largo della Libia.

 

La distanza tra la posizione attuale della Aquarius e il porto di Valencia è 760 miglia nautiche, oltre 1.500 chilometri. A una velocità di crociera di circa 10 nodi – che può variare in relazione alle condizioni meteorologiche – saranno necessari oltre tre giorni di navigazione prima che la nave entri nel porto per lo sbarco.

 

Durante il periodo di standby in mare, iniziato domenica sera, la Aquarius è stata in costante contatto con l’MRCC di Roma, l’autorità che ha coordinato le operazioni di soccorso e di trasbordo di sabato e domenica scorsi.

La Aquarius ha doverosamente informato le autorità marittime competenti che non sarebbe stato sicuro navigare così a lungo fino alla Spagna con oltre 600 persone a bordo e che le condizioni mediche e igieniche sulla nave sarebbero peggiorate. Ha anche comunicato che le scorte alimentari sulla nave non erano sufficienti per affrontare altri tre giorni oltre alla preoccupazione che le condizioni meteorologiche in peggioramento lungo la rotta verso la Spagna avrebbero messo a repentaglio l’incolumità dei passeggeri.

 

Un primo rifornimento di cibo (800 confezioni di pasta e snack) e acqua (950 bottiglie) è stato consegnato da una nave della Marina militare maltese nel tardo pomeriggio. La mattina di martedì le autorità marittime italiane hanno realizzato un secondo rifornimento di cibo e beni di prima necessità, tra cui 200 chilogrammi di arance, 2.400 panini, 100 confezioni di te, 50 chilogrammi di zucchero. Sono stati consegnati anche coperte, cappelli e calzini.

 

Più della metà dei 629 naufraghi adesso a bordo sarà trasferita su due navi italiane per consentire alla Aquarius di navigare in sicurezza, scortandola fino al porto di Valencia per lo sbarco.

 

«Anche se questa è ben lungi dall’essere la soluzione migliore per le persone salvate, siamo sollevati dal fatto che una soluzione sia stata finalmente trovata per consentire l’approdo di 629 tra uomini, donne e bambini in un luogo sicuro in Spagna. Tuttavia, il viaggio non è finito e le persone soccorse dovranno navigare altri 1500 chilometri prima di raggiungere questo porto sicuro. La gente sta ancora fuggendo dalla Libia mentre la Aquarius è lontana dalla zona di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale e i mezzi di salvataggio sono totalmente insufficienti. Negli ultimi giorni abbiamo visto che persone, città e Paesi possono e sono disposti a mobilitarsi con forza, ma la questione del soccorso in mare deve diventare una priorità assoluta all’ordine del giorno degli Stati europei. Ancora una volta SOS MEDITERRANEE esorta l’Europa a mettere la sicurezza e la protezione delle persone prima delle considerazioni politiche», ha dichiarato Sophie Beau, vicepresidente di SOS MEDITERRANEE.

Foto Kenny Karpov / SOS MEDITERRANEE

SOS MEDITERRANEE è un’organizzazione umanitaria europea per il salvataggio in mare sostenuta dalla società civile. Il Network europeo è composto da associazioni in Italia, Francia, Germania e Svizzera. Dal febbraio 2016 siamo attivi nel Mediterraneo con la nave di Ricerca e Soccorso AQUARIUS, un’imbarcazione di 77 metri che può ospitare sino a 550 –massimo 750 persone a seconda delle condizioni meteo e marittime. AQUARIUS è gestita in collaborazione con MSF (Medici senza Frontiere) Olanda e a bordo opera un equipaggio internazionale: lo staff nautico, una squadra di ricerca e salvataggio (SAR) e personale medico con esperienza. Dall’inizio della nostra missione ad oggi sono più di 28.000 le persone salvate ed accolte a bordo della nave AQUARIUS. Le operazioni di SOS MEDITERRANEE nel Mediterraneo Centrale sono finanziate unicamente dalla società civile. Il costo delle attività di ricerca e soccorso in mare è elevato: 11.000 euro al giorno, necessari per pagare il noleggio della nave, il suo equipaggio, il carburante e l’insieme delle attrezzature necessarie per accogliere, nutrire e curare le persone soccorse.

INFO E CONTATTI

Barbara Amodeo

b.amodeo@sosmediterranee.org