SOS MEDITERRANEE, organizzazione civile europea, invita i membri del Consiglio Europeo a riconsiderare il supporto alla “guardia costiera libica”, che di recente ha messo in pericolo vite umane nel Mediterraneo, e a mettere a disposizione le necessarie ed urgenti risorse finanziarie per istituire un adeguato sistema di soccorso che garantisca la sicurezza ed il rispetto dei diritti fondamentali delle persone, dal momento che in 1889 sono già morti nel Mediterraneo dal 1 gennaio 2017 e l’estate sembra più drammatica che mai.
SOS MEDITERRANEE, espressione della società civile europea le cui attività di soccorso sono state recentemente interrotte da uomini armati della guardia costiera libica, non può che esprimere preoccupazione e cautela rispetto alla lettera di invito del presidente Donald Tusk ai membri del Consiglio europeo, nella quale egli afferma che “la guardia costiera libica è la nostra [dell’unione Europea] alleata nella lotta ai trafficanti” e invita i capi di Stato e di Governo ad “assumere una maggiore responsabilità finanziaria riguardo al funzionamento della guardia costiera libica”.
Il 23 maggio, un’operazione di soccorso portata avanti da soccorritori professionisti di SOS MEDITERRANEE, con il coordinamento del Centro di coordinamento del soccorso marittimo (MRCC) di Roma, è stata interrotta dall’intervento inaspettato di uomini armati che si sono identificati come guardia costiera libica. Ad operazioni di soccorso già avviate, due uomini armati della “guardia costiera libica” sono saliti a bordo del gommone in difficoltà e hanno confiscato soldi e cellulari dalle persone a bordo prima di ordinargli, sotto la minaccia delle armi, di gettarsi in mare. Hanno anche sparato 18 colpi in aria.
Gli spari a scopo intimidatorio della “guardia costiera libica” hanno non solo creato panico tra le persone a bordo del gommone ma anche messo in pericolo la sicurezza dei membri dell’equipaggio di una organizzazione umanitaria europea.
I giornalisti a bordo di Aquarius hanno osservato e riportato più volte negli ultimi mesi del comportamento della “guardia costiera libica” che ,non appena finite le operazioni di soccorso, sequestra i motori dei gommoni dei migranti prima che gli equipaggi possano renderli inservibili, come si fa di solito.
Come può una guardia costiera che attua comportamenti così poco professionali ed anche pericolosi – quando non fuori legge – essere considerata dall’Unione Europea un’alleata nella lotta al traffico di esseri umani?
Come potrebbe l’Europa giustificare, agli occhi dei suoi contribuenti e cittadini, l’allocazione di ulteriori risorse finanziarie a favore della guardia costiera armata di uno Stato, la Libia, che non dispone di adeguate strutture e non garantisce i diritti fondamentali delle persone in pericolo in mare?
SOS MEDITERRANEE invita gli stati dell’Unione Europea ad assumersi le loro responsabilità ed a attivare urgentemente un sistema adeguato di soccorso nel Mediterraneo, capace di garantire la sicurezza ed il rispetto dei diritti delle persone.
L’associazione SOS MEDITERRANEE è interamente finanziata dalla popolazione solidale a livello globale, dall’appoggio della società civile europea!
Continuate a sostenerci! Abbiamo bisogno di tutti voi!