Aquarius, martedì 03.02.2017
“Siamo stati molto fortunati”. lo sento dire spesso in questo primo pomeriggio di venerdì 3 febbraio, mentre i soccorritori del SAR Team si concedono una breve pausa sul ponte. Le due unità veloci di soccorso sono appena state tirate su e rimesse a posto. Il settimo salvataggio in solo due giorni è adesso concluso. Dò un’occhiata al registro del capitano: 786 persone sono al sicuro a bordo. Non abbiamo dormito per 36 ore, abbiamo quasi 800 ospiti di cui prenderci cura (il doppio dell’iniziale capienza dell’Aquarius) ma sì, siamo fortunati.
Fortunati che le 7 imbarcazioni le abbiamo trovate in tempo, specialmente quella che abbiamo cercato tutta la notte nel buio pesto.
Fortunati che i gommoni non si stavano sgonfiando.
Fortunati che le persone a bordo del gommone hanno mantenuto la calma e non si sono tuffate nell’acqua gelida e scura.
Fortunati che il carburante non si era sversato nelle imbarcazioni e che non aveva causato gravi bruciature ai piedi nudi e alle gambe.
Fortunati che le onde non erano troppo alte e ci hanno consentito di trasbordarli in sicurezza sui mezzi di soccorso.
Fortunati di non aver trovato corpi schiacciati sul fondo di legno dei gommoni.
Fortunati ad avere abbastanza braccia a bordo per tenere i bambini piccoli.
Fortunati per non aver dovuto attivare il MCP (Mass Casualty Plan) e rianimare persone prive di sensi.
Fortunati che nonostante sia febbraio, il sole spendeva e ha riscaldato i nostri corpi e i nostri cuori.
Fortunati che non stava piovendo e che i nostri ospiti non stavano congelando con gli abiti inzuppati nel vento freddo.
Fortunati che la nave veloce della guardia costiera maltese è riuscita ad arrivare per trasferire con urgenza una donna incinta e portarla in ospedale per partorire.
Fortunati ad avere cibo a sufficienza per i nostri 800 ospiti.
Fortunati che ci hanno aiutato a cuocere il riso e a distribuire tè e pane.
Fortunati ad arrivare sani e salvi, 32 ore dopo, nel porto di Augusta, nella costa meridionale della Sicilia.
Fortunati ad aver conosciuto queste 786 persone e ad essere riusciti a conoscerle ed a guadagnare la loro fiducia, dopo tutto quello che avevano passato in Libia.
Fortunati ad essere stati testimoni dei primi passi di uno dei tre bambini piccoli soccorsi.
Fortunati ad aver visto la gioia negli occhi di quei due fratelli, di 12 e 14 anni, che viaggiavano da soli, alla vista dell’Etna ricoperto di neve per la prima volta dagli oblò dell’Aquarius.
Quello stesso giorno, in cui i leader europei erano in un’isola non lontana da noi e adottavano la Dichiarazione di Malta volta a fermare i migranti che attraversano il Mediterraneo, noi eravamo da soli in mare, a salvare 3 imbarcazioni alla volta, traendo in salvo 800 persone.
In questa situazione davvero insolita, anormale, in cui il confine tra la vita e la morte, tra giusto e sbagliato, speranza e disperazione è così sottile, sì, alla fine, siamo stati davvero fortunati. Ma mi piace anche pensare che, come si dice, la fortuna aiuta gli audaci.
Testo: Mathilde Auvillain
Traduzione: Francesca Ciardiello
Photo credits: Federica Mameli/SOS MEDITERRANEE
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