Skip to main content

A furia di tendere l’orecchio a questa nave, l’Aquarius mi ha raccontato una storia straordinaria, quella di due uomini in mare.

Il primo è nato nel porto di Amburgo, tra il mare del Nord e del Baltico, piedi ben piantati sulla banchina e naso puntato verso il mare.

A diciotto anni diventa marinaio e, incantato, s’imbarca su di una nave da carico che presta servizio in Indonesia.

A bordo, questo ragazzino riuscirà a percorrere con successo i vari passi di  carriera fino ad arrivare ai gradi più alti : sottufficiale, ufficiale, primo ufficiale.

Viene apprezzata la sua bravura e la Compagnia di navigazione gli affida una nave da carico.

Passano gli anni e troviamo il nostro al comando di una nave porta container, un vero e proprio mostro lungo 293 metri, una fabbrica che solca Atlantico e Pacifico fermandosi solamente nei porti per carico e scarico, comunque legata ai vincoli di tempo e denaro.

Nel mondo della Marina mercantile il comportamento serio e brillante di questo «marin» e la sua reputazione, gli meritano il rispetto di tutti i colleghi.

La sua vita è segnata.

 

Il secondo «uomo in mare» è nato nello stesso luogo, sognando tuttavia di diventare medico.

Due anni di studio lo hanno deluso: la prossimità alle persone e alle loro sofferenze, non appariva ai suoi occhi sufficiente. Allora se ne va, s’imbarca continuando ad inseguire i suoi sogni.

Tuttavia lascia il suo lavoro in occasione della nascita del suo primo figlio.

Si rimette a studiare, si laurea in storia, coltiva preziose amicizie con intellettuali a Gottingen, Parigi e Roma. La sua famiglia si allarga : nasce il quarto figlio e ritrova un lavoro ben remunerato presso la Marina mercantile.

Tutto questo senza rinunciare al sogno di una vita mai e poi mai rassegnata.

Oggi, del resto, è impegnato su di una non più giovane ma austera nave guardia costiera.

L’ha fatta riverniciare con colori rosso-arancio in modo da essere meglio individuata dai naufraghi.

 

«Due uomini in mare» cui potrebbe essere capitato di avere due vite completamente diverse.

La cosa sorprendente è che questi due marinai non sono che una sola persona: Klaus Vogel.

L’ex comandante del porta-container non riesce ad accettare che gli venga chiesto di scansare le rotte di migranti in difficoltà e da soccorrere.

Non ha condiviso la fine dell’operazione “Mare Nostrum”, ha pensato con tormento a questo mare vuoto, impotente, senza speranza : ne ha parlato con i suoi colleghi più vicini che lo hanno ascoltato un pò perplessi.

Senza esitazione, il capitano si è dimesso anche in presenza di una sua situazione lavorativa foriera di successi. Ha parlato del suo progetto con la famiglia : la stessa ha condiviso con entusiasmo l’idea. Ha preso contatto con gli amici europei a Göttingen, Parigi e Roma.

A distanza di un solo anno si ritrova a guidare questa strana nave dallo scafo rosso-arancio,  chiamata Aquarius, battente la bandiera di Gibilterra e che solca il tratto di mare antistante la costa libica per salvare i migranti in difficoltà.

In mensa, la sera, quando l’equipaggio stravolto dal mal di mare parla della tempesta che sembra non smettere mai di sballottare e imprigionare i migranti, il vecchio  comandante di navi porta-container con calma risponde: “Aquarius è solida”.

E il ragazzo che pensava di diventare medico, aggiunge: “Siamo nel posto giusto al momento giusto : al nostro posto”.

Aquarius 4 Marzo 2016

Jean- Paul Mari
fonte: -> http://www.grands-reporters.com/L-Edito-Huitieme-jour-Deux-hommes.html