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SOS MEDITERRANEE Italia ha presentato questa mattina dal ponte della Ocean Viking, nel porto di Siracusa, una petizione per chiedere ai leader europei, in vista delle elezioni europee di giugno, un cambio di rotta per quanto riguarda il tema del soccorso in mare. Tutti i cittadini e tutte le cittadine che sentono l’urgenza di una modifica radicale delle politiche che hanno portato ad avere migliaia di morti l’anno in quel tratto di mare, possono firmare il documento che verrà poi presentato ai candidati al Parlamento europei ed altri leader europei.

SOS MEDITERRANEE Italia ha deciso, a seguito del terzo fermo amministrativo comminato dalle autorità italiane in pochi mesi, e a seguito del clima di sempre crescente criminalizzazione delle navi del soccorso in mare da parte delle autorità, di lanciare una petizione per provare a cambiare le cose. In sostanza ciò che l’appello chiede è di:

  1. Sollecitare l’interruzione delle misure che ostacolano e criminalizzano le ONG per le attività di ricerca e soccorso in mare.
  2. Vigilare sul rispetto degli obblighi del diritto marittimo internazionale e delle convenzioni umanitarie nel Mediterraneo centrale al fine di tutelare la vita umana in mare.
  3. Destinare i fondi europei dedicati alla gestione dei flussi migratori che interessano il Mediterraneo centrale al rafforzamento delle operazioni di ricerca e soccorso (SAR)

“Sono troppi anni – ha spiegato Valeria Taurino, direttrice generale di SOS MEDITERRANEE Italia, durante l’incontro con la stampa siciliana a bordo della nave – che le navi del soccorso civile provano a colmare un vuoto enorme lasciato dagli Stati europei, che fingono di non vedere ciò che succede a poche miglia dalle nostre coste. Le uniche azioni che i governi hanno portato e portano tuttora avanti sono volte a impedire a chi salva vite di operare in sicurezza, e provare a fermare il fenomeno delle migrazioni finanziando paesi come la Libia che sono unanimamente considerati porti non sicuri dove avvengono sistematiche violazioni dei diritti umani. Lo ha stabilito anche la Cassazione nel caso Asso 28 che le operazioni effettuate dalla guardia costiera libica, finanziata equipaggiata e addestrata dall’Italia, non possono considerarsi salvataggi secondo il diritto internazionale, bensì intercettazioni illegali e respingimenti forzati in violazione del Diritto Internazionale Umanitario.

Le politiche di deterrenza – continua Taurino – messe in atto dall’UE sono ormai, tragicamente, politiche di morte: tramite i fermi amministrativi ingiustificati (solo a noi ne sono stati notificati 3 negli ultimi tre mesi), e tramite la prassi dei porti lontani le zone critiche restano sempre più sfornite di mezzi attrezzati per il soccorso in mare: questo produce un vuoto che per le persone significa spesso morte.

Per questo SOS MEDITERRANEE – conclude Taurino – ha deciso di rivolgersi direttamente alle cittadine e ai cittadini italiani per provare a spronare i leader europei unendo quante più voci possibile, perché continuare a tacere di fronte a questo scenario non è più ammissibile. Le elezioni europee saranno un punto di svolta: qualcuno si prenderà l’impegno di sostenere la nostra petizione una volta dentro le istituzioni?“.