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I primi sei mesi del 2021 sono stati drammatici: dall’inizio dell’anno la crisi umanitaria dimenticata, quella del Mediterraneo centrale, conta oltre 690 nuove vittime e innumerevoli violazioni dei diritti umani.
Da gennaio 2021, lungo la rotta migratoria più mortale al mondo, quella che dalla Libia conduce in Europa attraverso il mare, sono stati raggiunti nuovi tragici record: secondo l’Organizzazione internazionale delle migrazioni, oltre 14mila persone in fuga dagli orrori dei centri di detenzione libici sono state intercettate in mare e riportate illegalmente in quello che i sopravvissuti definiscono “un inferno”. Soltanto nella giornata di domenica 13 giugno la guardia costiera libica, sostenuta e finanziata dall’Italia e dall’Unione Europea, ha catturato in mare circa mille persone, riconsegnandole a un ciclo di violenze indicibili sul quale emergono nuove testimonianze: moltissime donne hanno riferito ad agenzie internazionali e ad organi di stampa di essere state abusate sessualmente dalle guardie sia nei centri di detenzione ufficiali che in quelli non ufficiali. Una di loro, nei giorni scorsi, ha riferito di essere caduta nelle mani dei miliziani dopo essere stata intercettata in mare. 

Queste violazioni dei diritti umani fondamentali rendono la Libia ben lontana dall’essere un Porto sicuro e continuano a costringere chi è intrappolato in quel paese a mettersi nelle mani di trafficanti senza scrupoli per tentare una via di fuga attraverso il Mediterraneo: un viaggio che ha altissime probabilità di concludersi con la morte.
Partono su gommoni artigianali, spessi solo qualche millimetro, sui quali vengono stipati centinaia di esseri umani che preferiscono il rischio di annegare a quello di restare anche solo un giorno in più nn quello che molti testimoni soccorsi dalla Ocean Viking hanno definito l’ “inferno libico”. 

«Nonostante il dovere legale e morale di salvare le persone in pericolo in mare e di sbarcare rapidamente i sopravvissuti in un porto sicuro – ricorda Valeria Taurino, direttrice generale di SOS MEDITERRANEE Italia – le guardie costiera degli stati europei si sono voltate dall’altra parte per più di 6 anni. Inoltre, come se non bastasse, le ONG SAR come SOS MEDITERRANEE vengono ostacolate attraverso detenzioni amministrative e altre tattiche volte a fermare le navi civili di soccorso». 

A questo vuoto di soccorsi, però, non corrisponde una deterrenza: le persone in fuga dalla Libia si mettono in viaggio ugualmente. A dimostrarlo sono i dati, raccolti dall’Ispi ma forniti dall’Agenzia per i Rifugiati dell’Onu (Unhcr) e dallo stesso Ministero degli Interni italiano: tra il 2020 e i primi mesi del 2021 il numero di persone sbarcate autonomamente – cioè senza l’ausilio di alcuna imbarcazione di soccorso – è salita del 212%. Più di 19mila persone hanno raggiunto le coste italiane a bordo di imbarcazioni di fortuna, nonostante la scarsità di soccorsi in mare. Tra queste, una persona su sei è un minore non accompagnato. Insomma, la crisi umanitaria non si ferma con l’assenza di navi di soccorso: l’unica cosa che si ottiene è aumentare a dismisura la letalità di questo viaggio per le persone che lo intraprendono. 

Con queste realtà ben presenti nella coscienza di ogni membro dell’equipaggio, la Ocean Viking, la nave con la quale SOS MEDITERRANEE opera, è partita domenica sera dal porto di Marsiglia e i team a bordo stanno attualmente svolgendo una serie di esercitazioni prima di raggiungere il Mediterraneo centrale. Una volta arrivata nella zona delle operazioni sarà – purtroppo – l’unica nave di soccorso civile presente nell’area.
Ecco perché SOS MEDITERRANEE ha deciso di lanciare la campagna #RispondiAQuestoSOS. L’obiettivo è chiamare a raccolta la società civile italiana ed europea affinché sostenga ancora quella che, a tutti gli effetti, è la Nave Ambulanza dei cittadini: la Ocean Viking. Dal 2016, SOS MEDITERRANEE – sostenuta dalle donazioni di privati cittadini – ha soccorso 32.947 persone. Possiamo e dobbiamo salvarne ancora, ciascuno può sostenere le attività della Ocean Viking e salvare vite in mare andando sul sito www.sosmediterranee.it ed effettuando una piccola donazione. 

Alla campagna hanno già aderito molte personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’intrattenimento come Elio Germano, Roy Paci, Ghemon, Paolo Rumiz, Ascanio Celestini, il duo Nuzzo e Di Biase, Awa Fall, Wrongonyou, Davide Shorty, Bestierare, Miriam Ayaba, Sonny Olumati, Giuseppe Bertuccio D’angelo e Maddalena.