COMUNICATO STAMPA del 27/10/2022

COMUNICATO STAMPA del 27/10/2022

Tra il 22 e il 26 ottobre la Ocean Viking ha soccorso 234 persone, tra le quali oltre 40 minori non accompagnati, in imminente pericolo di naufragio. Viaggiavano su sei imbarcazioni inadatte alla navigazione e pericolosamente sovraccariche.

Sin dall’avvio delle operazioni di ricerca e soccorso nel 2016, SOS MEDITERRANEE cerca sistematicamente il coordinamento da parte dei Centri di Coordinamento del Soccorso Marittimo (MRCC) competenti, come previsto dal diritto marittimo, e li informa in tutte le fasi delle operazioni. Le autorità marittime hanno il dovere di coordinare le operazioni di ricerca e soccorso, dalla segnalazione di pericolo alla designazione di un Porto Sicuro. Esortiamo perciò gli Stati membri dell’Unione Europea e gli Stati associati a rispettare il dovere di “identificare il luogo più appropriato per lo sbarco delle persone trovate in pericolo in mare […] non appena sia ragionevolmente possibile” (Convenzione SAR), quindi ad assegnare alla Ocean Viking ed alla Humanity 1 un Porto Sicuro senza ulteriori ritardi.

Tre delle sei operazioni di soccorso effettuate si sono svolte nella Regione di Ricerca e Soccorso (SRR) libica e tre nella SRR maltese. Le imbarcazioni in difficoltà sono state segnalate alle autorità marittime, con la Ocean Viking in copia, dalla linea civile Alarm Phone, avvistate tramite binocoli dal ponte della Ocean Viking, oppure da aerei civili e da aerei intergovernativi (Frontex) e militari che hanno assistito le ricerche.

Per ogni operazione di ricerca e soccorso effettuata da SOS MEDITERRANEE, la Ocean Viking ha contattato più volte le autorità marittime responsabili della regione di ricerca e soccorso in cui sono stati segnalati o avvistati i casi, ovvero gli MRCC libici e maltesi. Il più delle volte gli ufficiali di servizio non hanno risposto alle nostre numerose e-mail e, quando hanno risposto alle chiamate telefoniche, hanno preso atto delle informazioni fornite dalla Ocean Viking ma non hanno fornito alcun coordinamento effettivo alle operazioni di ricerca e soccorso, come sarebbero stati tenuti a fare in base alle convenzioni marittime. Le autorità marittime non hanno condiviso alcuna informazione utile a consentire la migliore strategia di risposta alla situazione di pericolo, essenziale al fine di evitare vittime.

Ciononostante, la Ocean Viking ha continuato a contattare i centri di coordinamento competenti e ha inviato e-mail in ogni fase delle operazioni di ricerca e soccorso, tra cui: ha condiviso le segnalazioni di pericolo, ha informato della propria risposta a tali segnalazioni, ha informato dell’avvistamento dell’imbarcazione e della constatazione del suo stato di pericolo, ha comunicato l’eventuale avvio dell’operazione di soccorso e, infine, il trasferimento dei naufraghi sulla Ocean Viking.

Inoltre, la

Ocean Viking ha sempre tenuto in copia di tutte queste e-mail gli altri MRCC delle SRR del Mediterraneo centrale, compreso l’MRCC italiano. Tuttavia, ancora una volta siamo stati lasciati soli ad assistere le persone in difficoltà nel Mediterraneo centrale. Il dovere di garantire servizi di ricerca e soccorso adeguati ed efficaci deve essere adempiuto dagli Stati costieri (art. 98 della convenzione UNCLOS 1980), nel Mar Mediterraneo come in qualsiasi altra parte del mondo. Dal 2018, il Mediterraneo centrale è stato svuotato dei mezzi di ricerca e soccorso governativi degli Stati europei. Un evidente e crudele disinvestimento in un tratto di mare che è diventato la rotta migratoria più letale al mondo, con oltre 20.000 vite umane perse dal 2014 ad oggi.

I 234 bambini, donne e uomini a bordo della Ocean Viking, alcuni dei quali sono a bordo da un cinque giorni, non devono attendere oltre l’assegnazione di un Porto Sicuro in cui sbarcare. La Convenzione SOLAS del 1974 e la Convenzione SAR del 1979, così come emendate nel 2004, stabiliscono che “in ogni caso” un porto sicuro (Place of Safety) deve essere “fornito entro un tempo ragionevole”. Alcuni dei naufraghi hanno trascorso fino a tre giorni in mare prima di essere soccorsi dai nostri team. Mostrano segni di sfinimento, disidratazione e riportano di ustioni multiple da carburante, oltre che segni evidenti delle torture e delle violenze subite in Libia.

Anche i 180 sopravvissuti tratti in salvo nei giorni scorsi dall’equipaggio della nave HUMANITY 1 sono in attesa di un porto in cui sbarcare. Queste persone hanno vissuto un calvario in mare. Non possono più essere ignorate dagli Stati membri e associati dell’Unione Europea. Hanno bisogno di un Porto Sicuro senza ulteriori ritardi, come previsto dal diritto marittimo internazionale. Le operazioni di ricerca e soccorso sono disciplinate da convenzioni marittime internazionali che assegnano obblighi chiari e un quadro giuridico alle navi e agli Stati. La Ocean

Viking ha rispettato tali disposizioni e si aspetta che gli Stati facciano lo stesso.

Per approfondire gli aspetti legali, clicca qui

Nota per i redattori:
SOS MEDITERRANEE garantisce la trasparenza di tutte le operazioni in mare. SOS MEDITERRANEE documenta ogni fase di ogni operazione di ricerca e salvataggio su un sito web open-source. Le comunicazioni con le autorità e le osservazioni dalla nave vengono registrate entro 48 ore e ulteriori informazioni sul quadro giuridico delle operazioni di ricerca e salvataggio in mare sono disponibili qui: onboard.sosmediterranee.org Inoltre, dal 2016 ad oggi, SOS MEDITERRANEE ha imbarcato sulla Ocean Viking oltre 250 giornalisti indipendenti.

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