Sguardo sul Mediterraneo #7

Sguardo sul Mediterraneo #7

Le opinioni espresse dalle fonti non rappresentano necessariamente il punto di vista di SOS MEDITERRANEE.

 

aggiornato il 25 maggio, ore 10:00

 

La scorsa settimana è stata marcata da diversi sbarchi autonomi e vari casi di emergenza nel Mediterraneo centrale. Circa 300 persone salvate sono attualmente trattenute al di fuori delle acque territoriali maltesi su tre traghetti turistici da crociera, noleggiati dal governo maltese, e circa 214 sulla Moby Zazà, un traghetto noleggiato dalle autorità italiane per mettere in quarantena i sopravvissuti al largo di Porto Empedocle. Le organizzazioni per i diritti umani esprimono sempre più preoccupazione per i maltrattamenti subiti dalle persone rimaste bloccate in mare e per la lacuna di salvataggio nel Mediterraneo.

Situazione nel Mediterraneo centrale

 

Nell’ultimo fine settimana si sono verificati numerosi sbarchi autonomi. Domenica 24 maggio, 52 persone hanno raggiunto autonomamente l’isola di Linosa dopo la partenza dalla Libia, e dovrebbero essere  trasferite a Lampedusa (Mediterraneo Cronaca). Domenica pomeriggio 70 persone sono sbarcate autonomamente a Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento. I primi lanci stampa, che parlavano dello sbarco di 400 persone, sono stati successivamente smentiti.

 

Sabato 23 maggio, quattro sbarchi autonomi sono arrivati sulle coste italiane, mentre tre operazioni di soccorso hanno avuto lugo nel Sud Italia e in Sardegna:  una imbarcazione di 7 persone, inclusa una donna incinta è arrivata a Sant’Antioco, in Sardegna, una con a bordo  6 persone è arrivata a Lampedusa; 15 persone sono arrivate indipendentemente a Cala Greca  a Lampedusa; e circa 20 a Marsala, in Sicilia.  Altre 27 persone sono state salvate in 3 operazioni diverse al largo di Trapani, e due barche, rispettivamente con 50 e 40 persone a bordo, sono state intercettate e scortate dalle motovedette della guardia costiera e della Guardia di finanza fino al molo Favarolo di Lampedusa (Angela Caponetto twitter).

 

Ci sono anche state diverse richieste di soccorso in mare nell’ultima settimana. La hotline  Alarm Phone ha pubblicato avvisi di almeno tre barche in difficoltà durante il fine settimana. Finora non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale sulle operazioni di soccorso per questi potenziali casi di emergenza.

 

Un’imbarcazione che trasporta 78 persone, tra cui due donne e quattro bambini, secondo quanto riferito sarebbe stata alla deriva per vari giorni nella area di ricerca e soccorso di Malta la domenica, secondo Alarm Phone (Times of Malta).

 

Una seconda barca che trasportava circa 55 persone in difficoltà ha contattato Alarm Phone domenica pomeriggio. La rete civile ha cercato di allertare la Guardia Costiera libica ma non è riuscita a raggiungere nessuno.

 

Venerdì mattina, la hotline era stata contattata da circa 85 persone in difficoltà vicino alla costa libica al largo di Zuwarah. Gli attivisti di Alarm Phone hanno informato le autorità competenti ma hanno perso il contatto con la barca in pericolo.

 

La settimana scorsa sono stati segnalati altri due casi di emergenza tra Lampedusa e Malta, ma mancano informazioni ufficiali su questi casi (Mediterraneo cronaca).

 

Il “Tremar”, un peschereccio che opererebbe sotto il comando delle autorità maltesi, avrebbe salvato un gruppo di 60/70 persone nell’area di ricerca e soccorso maltese (SRR) vicino all’isola di Lampedusa (Mediterraneo Cronaca). Due donne incinte sono state evacuate dalla nave, una di loro insieme al proprio marito, rispettivamente il 20 e il 22 maggio.

 

Un naufragio è avvenuto al largo della costa tunisina nella notte di venerdì 22 maggio. L’agenzia di stampa AP ha riferito che almeno una persona è annegata, sei sono disperse e oltre 80 sono state salvate da questa barca e un’altra barca in pericolo dalla Guardia Costiera tunisina.

 

OIM Libia riferisce che, in 48 ore nel fine settimana, circa 400 persone sono state intercettate e respinte in Libia.

300 sopravvissuti sulle navi della Captain Morgan e 214 sulla Moby-Zaza

 

214 persone sono ora in quarantena sul traghetto “Moby Zazà” al largo di Porto Empedocle, in Sicilia. I media italiani riportano tensioni e disperazione tra i sopravvissuti a bordo. Quattordici persone sono state sbarcate dalla Moby Zazà a Porto Empedocle giovedì, dopo che il gruppo aveva protestato per il loro confinamento sulla nave (La Stampa).

 

Mercoledì 20 maggio, un giovane tunisino di 28 anni, in quarantena a bordo del “Moby Zazà”, è annegato dopo essersi buttato giù dal traghetto (Internazionale). I procuratori di Agrigento hanno aperto un’indagine sulla sua morte ed è stata ordinata l’autopsia.

 

Sul caso, il Garante delle persone private della libertà, Mauro Palma ha scritto al Viminale per capire cosa sia successo sulla nave quarantena. E spiega: “Vogliamo capire se alle persone viene fornito supporto psicologico e se sono assicurati i diritti essenziali” (Redattore sociale).

 

Ci sono circa 300 persone salvate in totale su tre barche turistiche della Captain Morgan noleggiate dal governo maltese, e trattenute fuori dalle acque territoriali maltesi (Malta Today e Al Jazeera).

 

Un gruppo di ONG maltesi ha rilasciato una dichiarazione congiunta a nome delle persone salvate detenute sulle navi Captain Morgan per chiedere il loro sbarco.

 

Le ONG maltesi hanno rilasciato una dichiarazione congiunta a nome delle persone salvate detenute sulle navi del Captain Morgan per chiedere il loro sbarco immediato  (Malta Today).

 

Le due agenzie dell’ONU per i rifugiati e per le migrazioni, UNHCR e OIM, si stanno appellando a Malta e ad altri Stati europei affinché si adoperino rapidamente per far sbarcare i circa 160 rifugiati e migranti soccorsi in mare, ancora a bordo di due imbarcazioni della Captain Morgan, dichiarando: «Non è accettabile lasciare le persone in mare più a lungo di quanto necessario, soprattutto in condizioni difficili e inadeguate». Aggiungono che il ricollocamento di 17 persone organizzato da Malta verso la Francia dimostra che è possibile realizzare iniziative di solidarietà tra Stati anche durante questo periodo caratterizzato dalla diffusione del COVID-19. Human Rights Watch ha rilasciato un’appello similare.

 

Una serie di messaggi audio ottenuti dal Guardian conferma che il governo maltese avrebbe commissionato navi private per effettuare intercettazioni in mare. Inoltre, i parenti di due delle dodici persone decedute durante un’operazione di respingimento ad aprile hanno presentato un ricorso in via giudiziaria contro il primo ministro maltese, il ministro degli Interni e il comandante delle forze armate per il presunto mancato salvataggio.

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