Salvamenti… Il lavoro di Ai Weiwei sui migranti #19

Salvamenti… Il lavoro di Ai Weiwei sui migranti #19

EPISODIO 19

Il lavoro di Ai Weiwei sui migranti

Ai Weiwei, classe 1957, è uno dei più importanti artisti viventi.  

Da sempre interessato al tema delle migrazioni e dei diritti umani, Ai Weiwei ha voluto assistere in prima persona all’odissea vissuta da moltissimi migranti costretti ad attraversare il Mediterraneo. Nel 2015 è stato sull’isola di Lesbo per assistere allo sbarco dei migranti lungo le coste europee. Per mesi l’artista cinese ha vissuto a stretto contatto con migranti provenienti da ogni paese, li ha fotografati, li ha ripresi e li ha intervistati. Questo viaggio è stato tradotto dall’artista in numerose opere, in prevalenza installazioni, che sono state esposte in diversi luoghi d’arte ma non solo. Per citare solo le più importanti, ricordiamo The Law of the Journey, un gommone con 300 migranti a bordo realizzato in plastica ed esposto alla Biennale di Sidney nel 2018, oppure l’installazione che ha rivestito interamente le colonne della Konzerthaus di Berlino utilizzando i giubbotti di salvataggio abbandonati dai migranti sbarcati a Lesbo, o ancora i gommoni che coprirono le finestre di Palazzo Strozzi in occasione della sua mostra del 2017. 

“Non c’è una crisi dei rifugiati ma piuttosto una crisi umana. Il confine non è a Lesbo, ma si trova in verità nella nostra mente e nella nostra anima”. 

Con questa affermazione l’artista prende chiaramente posizione su uno dei temi più rilevanti nel dibattito pubblico di questi anni, non solo in Italia. Un tema, dicevamo, che viene usato spesso a scopo politico, indipendentemente dalle posizioni e dai ruoli ricoperti. Ai Weiwei, con questa affermazione, riporta la prospettiva nella sua giusta collocazione: le migrazioni attraverso la rotta del Mediterraneo sono una tragedia umanitaria. 

Non è un caso, quindi, che l’esordio cinematografico dell’artista cinese si intitoli Human Flow, documentario presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2017. Ai Weiwei riprende un flusso ininterrotto di esseri umani che passano dalla polvere del deserto ai barconi sovraffollati e attraversano luoghi dalla vegetazione inospitale, città abbandonate e monti innevati per giungere dove sperano di potersi costruire un futuro. Il film è ambientato in 23 Paesi e in oltre 40 campi di raccolta e documenta le condizioni in cui queste persone sono costrette a viaggiare e vivere, anzi a sopravvivere, rincorrendo una speranza che spesso è destinata ad annegare nelle acque del Mediterraneo. 

 

di Valentina Nencini

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