SOS MEDITERRANEE Italia aderisce alla dichiarazione per chiedere la revoca degli accordi Italia-Albania sui migranti

SOS MEDITERRANEE Italia aderisce alla dichiarazione per chiedere la revoca degli accordi Italia-Albania sui migranti

Gli accordi siglati lo scorso 6 novembre tra la presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni e il presidente albanese Edi Rama sul trasferimento in Albania di una quota di migranti salvati dall’Italia sono illegittimi e pericolosi per chi si occupa di soccorso in mare: questa la motivazione che ha spinto SOS MEDITERRANEE Italia, insieme a tante altre associazioni del terzo settore e Ong, a sottoscrivere un documento di analisi critica promosso dal Tavolo Asilo e immigrazione (link in calce), che chiede la revoca dell’accordo.

Moltissime le criticità ravvisate nel testo dell’accordo, ma anche nella sua forma: innanzitutto il documento non è stato ratificato dal Parlamento come prevede l’articolo 80 della Costituzione. Inoltre non esiste la possibilità che uno Stato ceda parte del suo territorio sotto la giurisdizione di un altro Stato, come dovrebbe avvenire in questi centri costruiti e gestiti dall’Italia. Inoltre, come si legge nel testo sottoscritto da SOS MEDITERRANEE e dalle associazioni per chiedere la revoca degli accordi “le persone soccorse dalle autorità italiane sono sotto la giurisdizione italiana già quando sono fatte salire sulla nave italiana e non possono essere trasferite in un altro Stato prima che la loro richiesta d’asilo e le situazioni individuali siano esaminate. L’accordo getta le basi per la violazione del principio di non respingimento e per l’attuazione di pratiche di detenzione illegittima”.

«Abbiamo deciso di firmare questo documento – spiega la direttrice generale di SOS MEDITERRANEE Italia Valeria Taurino – perché fermamente convinti che quella proposta dal Governo sia una soluzione irrispettosa del diritto internazionale, oltreché dei diritti umani fondamentali. Innanzitutto si potrebbe fortemente complicare la questione del soccorso in mare, già problematica di per sé a causa della scarsità di mezzi di salvataggio nel Mediterraneo centrale. Si tratterebbe di pratiche pericolose e di precedenti che aprirebbero una ulteriore crepa nella prassi del soccorso, mettendo i soccorritori davanti alla scelta tra il rispetto della legge del mare e gli ordini degli enti di coordinamento. Un altro punto dirimente per noi è quello degli eventuali sbarchi selettivi, annunciati dallo  stesso Governo: non è possibile immaginare di far sbarcare donne e bambini in Italia e portare gli uomini, magari appartenenti allo stesso nucleo familiare, nei centri in Albania».

Per leggere il testo del documento cui ha aderito anche SOS MEDITERRANEE Italia clicca sul link sottostante.

Protocollo Italia_Albania_documento_TAI_21_novembre_2023 (2)

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