Il mio solo ricordo felice di questo viaggio è la nave

Il mio solo ricordo felice di questo viaggio è la nave

Aquarius, giovedì 20.10.2016

“Signora, può tradurre in inglese per piacere?”

Seduto sul ponte, nella sua tuta da ginnastica blu, il giovane, uno dei 241 superstiti dei due salvataggi di domenica, ha un sorriso che gli arriva fino alle orecchie. Malgrado lunghe ore di attesa, malgrado due, tre notti passate all’aperto, malgrado la stanchezza, malgrado tutto, vuole dire qualcosa a Helmi, dottoressa della équipe di Medici Senza Frontiere, che si è presa cura di lui e di tutti i suoi compagni di sventura durante questi tre giorni a bordo. “Volevo soltanto dirle che mi mancherà molto”.
Gli occhi di Helmi si increspano di gioia. Il momento degli addii non è mai insignificante, ancora di più quando bisogna anche sbarcare dalla Aquarius un corpo senza vita, il corpo di un uomo che non è sopravvissuto alla traversata e alle violenze che ha subito prima di arrivarci.

Tutti sono provati, anche la squadra dei soccorritori di SOS MEDITERRANEE che è incaricata di trasportare il corpo dal ponte anteriore, dove era stato collocato per la traversata, fino alla bara disposta dalla polizia giudiziaria sul marciapiede. Le autorità italiane assicurano che faranno di tutto per tentare di rintracciare la famiglia, per restituirgli il corpo.

Il momento degli addii non è mai privo di significato, quando bisogna dire arrivederci a quattro bambini che hanno fatto la traversata insieme, soli, senza nessun adulto ad accompagnarli.
Il più grande, S., ha 10 anni e tiene per la mano i suoi tre fratelli e sorelle, di cui ha la responsabilità, la più piccola ha appena 2 anni. Nel suo vestito a fiori, la bambina scende dalla passerella, come una principessa dal passo incerto. Appena arrivata sul marciapiede, uno dei volontari della Croce Rossa Italiana soffia dentro un guanto di caucciù per farle un palloncino.
I tratti smagriti del viso di S. si illuminano, scoprendo infine un largo sorriso.
Sulla Aquarius, i disegni con cui ha più volte ritratto la “Piroga”, resteranno appesi al muro dello Shelter, il riparo riservato alle donne e ai bambini. Per non dimenticare la loro storia, quella di 4 bambini che hanno attraversato da soli il Mediterraneo per venire in Europa …

L’ultimo passeggero a lasciare la Aquarius è un ragazzo di poco più di 18 anni. Arrivato all’estremità della passerella, infila i suoi sandali e si inginocchia per abbracciare il suolo italiano. Le lacrime scorrono sulle sue guance. Davanti a lui, uno dei suoi compagni di viaggio gli passa la mano tra i capelli, gli accarezza la testa per confortarlo. “Sai che questa mattina prima di arrivare ho parlato molto con loro” mi racconta un fotografo imbarcato sulla Aquarius. “Facevo foto e ho fatto a tutti la stessa domanda. Di tutto questo viaggio, da quando avete lasciato a casa vostra, c’è un ricordo felice? Mi hanno risposto tutti: si, su questa nave.”

Testo: Mathilde Auvillain

Traduzione: Barbara Amodeo

Photo Credits: Andrea Kunkl/SOS MEDITERRANEE

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