Viaggiando sulle selvagge onde del mar Mediterraneo

Viaggiando sulle selvagge onde del mar Mediterraneo

Aquarius, mercoledì 21.12.2016.

Mercoledì mattina la nave Aquarius ha lasciato il porto di Catania in Sicilia. Nonostante le previsioni meteorologiche non siano buone, l’equipaggio è felice di mollare finalmente gli ormeggi e riprendere il mare.

Eravamo già pronti a salpare questo weekend – essendo rimasti l’unica nave civile di soccorso dispiegata di fronte alla Libia- ma le pessime condizioni meteo non ci hanno consentito di lasciare il porto. Martedì sera tutto era stato predisposto, l’equipaggio era pronto, tutti i team erano a bordo, ma il pilota che doveva condurci fuori dal porto di Catania ci ha sconsigliato fortemente di salpare. Anche la Guardia Costiera ci ha consigliato di non uscire in mare. Le informazioni provenienti dai traghetti che arrivavano a Catania riferivano di onde alte fino a sette metri ed abbiamo dovuto quindi passare un’altra notte in porto.

Nonostante il periodo a terra sia stato abbastanza lungo questa volta, sono le tempeste, le onde ed il mare a stabilire quando è possibile partire. Abbiamo usato il tempo per fare altre esercitazioni, briefing e per migliorare ulteriormente la nave. Molti degli operatori dei team di SOS MEDITERRANEE e del nostro partner Medici Senza Frontiere sono nuovi e non hanno ancora esperienza a bordo.

L’area medica, il piccolo reparto, la stanza per le visite, il ricovero per le donne ed i bambini sono stati riorganizzati e migliorati. Abbiamo lavorato molto per familiarizzare tutti a bordo con il piano di gestione di eventuali incidenti con molte vittime. Questo piano viene attivato quando ci aspettiamo di avere operazioni di salvataggio che presentano più di un caso medico. In pratica lo attiviamo quando troviamo le persone già in acqua o se sul gommone c’è più di una persona ferita, malata o che ha perso conoscenza.

Il nuovo sistema prevede quelle che chiamiamo “ombre”. Dal momento che ognuno a bordo deve dare una mano durante le operazioni di salvataggio – indipendentemente dal fare parte del team di Ricerca e Soccorso o dall’essere un marinaio, un medico, un addetto alle comunicazioni, un fotografo o persino un ospite o un giornalista a bordo della nave Aquarius- ciascuno deve essere a conoscenza delle procedure da adottare in una situazione grave come quella che implica diverse vittime.

Ora la Aquarius fa di nuovo rotta verso l’area di soccorso di fronte alla Libia. Il mare è formato, già poche miglia al largo di Catania. Sappiamo che soffriremo il mal di mare e che questo è solo l’inizio di 36 ore difficili prima di raggiungere l’area di soccorso. Sfortunatamente, le previsioni meteo per quest’area e fino a 25 miglia al largo della Libia non sono affatto buone. Sono previsti giorni molto ventosi con onde alte.

Saremo comunque lì, dal momento che siamo rimasti l’unica nave civile di salvataggio operativa in questi mesi invernali. Contiamo di arrivare nell’area di salvataggio nella notte tra giovedì e venerdì. Se le condizioni meteo lo permettono, inizieremo a stare all’erta e pronti a salvare vite umane. Ma una delle nostre priorità è ovviamente quella della sicurezza dei volontari a bordo della Aquarius. Se il tempo diventasse troppo proibitivo, ci ripareremo in un qualsiasi porto nelle vicinanze. Il che vuole dire almeno 7 o 14 ore di navigazione, ma comunque più vicino di Catania. Al momento pensiamo che ci si potrebbe riparare nei porti di Lampedusa o di Malta. E che comunque, con un tempo così brutto, nessuna imbarcazione o gommone potrebbe lasciare la Libia.

Dal momento che Natale non è lontano, abbiamo anche fatto dei preparativi qui a bordo. La nostra mensa è stata decorata e abbiamo anche un piccolo albero di Natale, per creare un po’ di atmosfera natalizia. Solo nei prossimi giorni sapremo se avremo il tempo di celebrarlo.

Testo: René Schulthoff

Traduzione:Francesca Ciardiello

Photo credits: Kevin McElvaney/SOS MEDITERRANEE

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