Una giornata doppiamente tragica per l’Aquarius nel Mediterraneo

Una giornata doppiamente tragica per l’Aquarius nel Mediterraneo

Testimone di una nuova intercettazione da parte della Guardia costiera libica
Mobilitata d’urgenza su un naufragio mortale

La nave Aquarius, noleggiata da SOS MEDITERRANEE e gestita in partenariato con Medici Senza Frontiere (MSF), ha dovuto affrontare sabato 27 gennaio una delle peggiori giornate dall’inizio della sua missione nel Mediterraneo Centrale nel febbraio 2016. Dopo essere stata all’alba testimone diretta e impotente della intercettazione di un gommone in difficoltà da parte della Guardia costiera libica in acque internazionali, la nave Aquarius è stata mobilitata per il soccorso di un altro gommone che era in procinto di affondare nelle acque internazionali al largo della Libia. Bilancio: 98 persone salvate, due donne decedute, numerosi dispersi. Fra i sopravvissuti, 15 pazienti evacuati d’urgenza in elicottero tra cui sei bambini con acqua nei polmoni. Dopo questa giornata doppiamente tragica, la Aquarius continua nondimeno a perlustrare la zona di salvataggio alla ricerca di eventuali altre imbarcazioni in difficoltà.

«Abbiamo dovuto affrontare un salvataggio molto critico. Quando le nostre lance si sono avvicinate al gommone, questo era già sgonfio da un lato e alcune persone erano già in acqua senza salvagente. Tutti i dispositivi di salvataggio d’urgenza sono stati immediatamente dispiegati, ma molte persone avevano già perso conoscenza quando sono state recuperate ed è stato necessario rianimarle. Malgrado tutti gli sforzi dei soccorritori e del team medico per due donne era già troppo tardi sfortunatamente», ha dichiarato Klaus Merkle, coordinatore delle operazioni SAR (Search and Rescue) di SOS MEDITERRANEE.

«È stata una scena terribile, con molti casi medici urgenti che continuavano ad arrivare a bordo della Aquarius. Continuavano ad arrivare, uno dopo l’altro, incoscienti, non respiravano più», ha raccontato Aoife Ni Mhurchu, infermiera di Medici Senza Frontiere.

Sette persone in stato d’incoscienza al loro arrivo a bordo (una donna, tre neonati e tre bambini piccoli) sono stati rianimati con successo. Di contro, gli sforzi della équipe medica sono stati vani per altre due donne che non sono sopravvissute, lasciando orfani due bambini, un neonato di pochi mesi che ora si trova a bordo della Aquarius e un bambino di quattro anni, che è stato evacuato da un elicottero della Marina italiana a Sfax in Tunisia con altri nove pazienti (tre adulti e sei bambini, più i loro sei accompagnatori adulti).

Gli altri sopravvissuti di questo naufragio sono arrivati a bordo in stato di choc, disorientati a causa della inalazione di benzina, alcuni in ipotermia, altri con ustioni dovute alle fuoriuscite di carburante.

I racconti dei sopravvissuti sono agghiaccianti: «Le persone hanno cominciato a farsi prendere dal panico. Ero sul gommone, ma a un certo punto qualcuno mi ha tirato indietro e mi ha fatto cadere in acqua», ha raccontato un sopravvissuto camerunense a un volontario di SOS MEDITERRANEE. «Sono caduto in acqua e qualcuno si è aggrappato a me mentre tentavo di aggrapparmi al gommone, stavo per annegare allora l’ho morso», ha aggiunto la moglie. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, alcune persone erano già cadute in acqua prima dell’arrivo dei soccorritori di SOS MEDITERRANEE. Numerose persone risultano disperse, tra cui dei bambini e un neonato di un mese e mezzo.

Una giornata doppiamente tragica

Prima di essere mobilitata dal MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) di Roma per il salvataggio di questo gommone in difficoltà, la nave Aquarius è stata testimone impotente di una nuova intercettazione da parte della Guardia costiera libica nella stessa zona geografica, in acque internazionali.

Nella notte di sabato, intorno alle 2.00 del mattino, la nave Aquarius ha ricevuto dal MRCC di Roma l’istruzione di ricercare una imbarcazione in difficoltà nelle acque internazionali a Ovest di Tripoli. Il gommone è stato trovato quattro ore più tardi a circa 15 miglia marine dalle coste libiche e intercettato dalla Guardia costiera libica, che ha ordinato alla Aquarius di allontanarsi e rifiutato fermamente ogni forma di assistenza.

«Avevamo appena avvistato il gommone con un centinaio di persone a bordo. I fari della Aquarius sono stati accesi e puntati verso l’imbarcazione. Potevamo vedere i volti spaventati delle persone e sentirle gridare e chiedere aiuto, i nostri team erano pronti a intervenire per salvare questi uomini, queste donne e questi bambini in pericolo, ma la Guardia costiera libica ci ha ordinato brutalmente di lasciare la zona e ha categoricamente rifiutato qualsiasi offerta di assistenza dalla nostra nave umanitaria», ha raccontato Klaus Merkle, coordinatore dei soccorsi di SOS MEDITERRANEE.

Informata dal MRCC di Roma che la Guardia costiera libica assumeva il comando sul posto («on scene commandment») di questa operazione, alla Aquarius è stato chiesto di conformarsi alle loro istruzioni. Dopo aver intimato alla Aquarius di lasciare la zona, l’imbarcazione della Guardia costiera libica l’ha informata via radio di aver intercettato due gommoni in difficoltà, senza tuttavia specificare dove avrebbe condotto le persone che erano bordo.

«Il diritto marittimo internazionale prevede che le persone soccorse in acque internazionali siano accompagnate in un porto sicuro. Ora questo luogo sicuro non può essere la Libia, in preda al caos e priva di strutture statali degne di questo nome, in cui i diritti fondamentali delle persone sono quotidianamente violati, e in particolare quelli di migranti e rifugiati, che lì sono vittime delle peggiori atrocità», ha precisato Sophie Beau, vicepresidente di SOS MEDITERRANEE International.

«Il tragico salvataggio di sabato dimostra che l’emergenza continua e c’è urgente bisogno di più mezzi di soccorso nel Mediterraneo. Proseguiremo nella nostra missione e rinnoviamo il nostro appello agli Stati europei a mettere in atto azioni concrete per porre fine a queste tragedie», ha dichiarato Valeria Calandra, presidente di SOS MEDITERRANEE Italia.

Foto Laurin Schmid / SOS MEDITERRANEE

SOS MEDITERRANEE è un’organizzazione umanitaria europea per il salvataggio in mare sostenuta dalla società civile. Il Network europeo è composto da associazioni in Italia, Francia, Germania e Svizzera. Dal febbraio 2016 siamo attivi nel Mediterraneo con la nave di Ricerca e Soccorso AQUARIUS, un’imbarcazione di 77 metri che può ospitare sino a 550 – massimo 750 persone a seconda delle condizioni meteo e marittime. AQUARIUS è gestita in collaborazione con MSF (Medici senza Frontiere) Olanda e a bordo opera un equipaggio internazionale: lo staff nautico, una squadra di ricerca e salvataggio (SAR) e personale medico con esperienza. Dall’inizio della nostra missione ad oggi sono 26.969 le persone salvate ed accolte a bordo della nave AQUARIUS.

Le operazioni di SOS MEDITERRANEE nel Mediterraneo Centrale sono finanziate unicamente dalla società civile. Il costo delle attività di ricerca e soccorso in mare è elevato: 11.000 euro al giorno, necessari per pagare il noleggio della nave, il suo equipaggio, il carburante e l’insieme delle attrezzature necessarie per accogliere, nutrire e curare le persone soccorse.

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Info e contatti

Barbara Amodeo b.amodeo@sosmediterranee.org

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