SOS MEDITERRANEE: LA SOLIDARIETÀ EUROPEA NON DEVE FERMARSI DURANTE IL COVID-19

SOS MEDITERRANEE: LA SOLIDARIETÀ EUROPEA NON DEVE FERMARSI DURANTE IL COVID-19

17 aprile 2020

Il nostro partner medico si ritira, ma SOS MEDITERRANEE intende riprendere le operazioni di salvataggio con l’Ocean Viking il prima possibile.  

Sin dallo scoppio dell’epidemia mondiale di COVID-19, SOS MEDITERRANEE, organizzazione marittima di ricerca e soccorso, ha temuto un impatto negativo di questa situazione eccezionale sul settore marittimo e risposte imprevedibili da parte degli Stati europei. Inoltre, i recenti sviluppi politici hanno aggravato la crisi umanitaria in corso nel Mediterraneo centrale evidenziando ulteriormente i rischi a cui sono esposti sia gli equipaggi che conducono operazioni di salvataggio, sia i sopravvissuti. SOS MEDITERRANEE ha dunque deciso che la Ocean Viking sarebbe rimasta temporaneamente ormeggiata in porto a Marsiglia mentre gli equipaggi a bordo si preparano per poter riprendere le operazioni in modo sicuro e responsabile durante la crisi COVID-19.  

Le nostre operazioni di salvataggio si basano sul diritto marittimo. Le operazioni di ricerca e soccorso marittimo (SAR) in tutto il mondo sono progettate per essere effettuate con il supporto e il coordinamento degli Stati. Nel Mediterraneo centrale, le navi delle ONG già da tempo stanno colmando una lacuna lasciata dagli Stati rispetto alle operazioni SAR, ma il quadro adesso si è ulteriormente deteriorato. Diversi Stati membri dell’Unione Europea hanno formalmente annunciato di non essere in grado di fornire un luogo sicuro (place of safety) o di aiutare con lo sbarco delle persone soccorse in mare.  

Pur riconoscendo pienamente la situazione estremamente difficile che gli Stati si trovano attualmente ad affrontare durante questa pandemia, crediamo fermamente che le preoccupazioni per la salute pubblica e le misure di contenimento non debbano andare a scapito delle operazioni di salvataggio che rimangono obblighi sanciti dal diritto marittimo internazionale. Ciò è particolarmente vero in quanto la situazione in Libia, devastata dalla guerra, sta peggiorando, con un profondo impatto sulla vita dei civili, dei migranti e dei rifugiati nel Paese. L’epidemia di COVID-19 aggiunge un’ulteriore minaccia alla sicurezza di uomini, donne e bambini che a causa del conflitto cercando di fuggire dalla Libia attraversando il Mediterraneo centrale, dove la capacità di SAR è gravemente carente.  

Questo contesto di difficoltà rende necessario per l’Ocean Viking salpare con un livello minimo di chiarezza sulla conduzione di operazioni sicure, e si conferma una realtà particolarmente impegnativa per tutte organizzazioni di emergenza come SOS MEDITERRANEE e il suo partner medico Medici senza Frontiere (MSF). Poiché entrambe le organizzazioni si sono differenziate nella loro analisi sul modo di affrontare la ripresa delle attività, la scorsa settimana MSF ci ha informato della sua decisione di ritirarsi dal partenariato. SOS MEDITERRANEE accetta ovviamente la decisione del nostro partner, pure con un po’ di tristezza vista l’eccezionale cooperazione dei nostri rispettivi team a bordo dell’Aquarius e dell’Ocean Viking, che hanno fatto il massimo per salvare il maggior numero possibile di vite umane. Come organizzazione SAR, possiamo solo lodare MSF per il suo impegno nelle operazioni SAR al nostro fianco negli ultimi quattro anni e per l’assistenza medica professionale che ha fornito a migliaia di sopravvissuti in mare. Siamo consapevoli che numerose crisi umanitarie e mediche in tutto il mondo beneficeranno nel frattempo dell’assistenza di MSF.  

Più di 1.000 persone sono fuggite dalla Libia a bordo di imbarcazioni non idonee alla traversata negli ultimi dieci giorni. Centinaia di persone sono state intercettate e rimpatriate forzatamente in Libia, mentre il governo di Tripoli riconosciuto a livello internazionale, ha dichiarato i propri porti non sicuri a causa dei bombardamenti in corso. Lo scorso fine settimana, mentre diverse richieste di soccorso a mare sono state segnalate dalle organizzazioni civili, la mancanza di coordinamento e la volontà degli Stati di effettuare operazioni di salvataggio hanno messo in pericolo la vita di centinaia di persone. Cinque persone hanno infatti perso la vita e altre sette risultano disperse su un’imbarcazione intercettata e respinta verso la Libia dopo aver trascorso diversi giorni senza soccorso. SOS MEDITERRANEE ribadisce che gli Stati hanno la responsabilità di salvare le persone in pericolo. Ora più che mai la solidarietà europea deve essere dimostrata nei confronti degli Stati costieri che adempiono ai loro doveri di salvataggio. Sono assolutamente e urgentemente necessari processi adeguati che garantiscano sia la salute pubblica che un rapido sbarco in un porto sicuro.  

“Gli Stati e i cittadini hanno dimostrato notevoli esempi di cooperazione durante la crisi COVID-19, espresso solidarietà verso gli operatori sanitari e fornito assistenza a chi ne aveva bisogno. Il dovere di salvare le persone che annegano in mare deve essere adempiuto con lo stesso senso di solidarietà e di cura”, dichiara Frédéric Penard, Direttore delle Operazioni di SOS MEDITERRANEE. “Poiché l’Ocean Viking è in stand-by – conclude Penard – insistiamo sull’apertura di un dialogo urgente con gli Stati europei, sostenendo tutti gli scenari possibili e innovativi per poter affrontare insieme questa sfida. Anche se siamo rattristati dalla decisione di MSF di ritirarsi dall’operazione, questo non compromette la nostra capacità e la nostra determinazione a riprendere le operazioni di salvataggio con l’Ocean Viking il prima possibile. Questo rimane il nostro dovere di cittadini, europei e marittimi, poiché la disperata realtà che si sta verificando nel Mediterraneo centrale sta lasciando uomini, donne e bambini in fuga dalla Libia con poche possibilità di sopravvivenza”.   

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