SGUARDO SUL MEDITERRANEO #53 – Nuovo fermo per una nave del soccorso civile. Tragici naufragi causano la morte di numerose persone. 

SGUARDO SUL MEDITERRANEO #53 – Nuovo fermo per una nave del soccorso civile. Tragici naufragi causano la morte di numerose persone. 

   

La seguente pubblicazione di SOS MEDITERRANEE vuole far luce sugli eventi che si sono verificati nel Mediterraneo centrale nelle ultime due settimane. «Sguardo sul Mediterraneo» non è inteso come un aggiornamento esaustivo, ma si propone di trattare le questioni relative alla ricerca e soccorso che si verificano nell’area in cui operiamo dal 2016, sulla base di rapporti di diverse ONG, organizzazioni internazionali e articoli dalla stampa internazionale.

 

[21.09 – 04.10.22]


Più di una decina di imbarcazioni soccorse dalle navi delle ONG e dalle autorità marittime nelle ultime due settimane

Il 21 settembre la nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere (MSF) ha soccorso 76 persone da un gommone sovraccarico nelle acque internazionali al largo della Libia, tra cui 18 minori non accompagnati in difficoltà. Il 29 settembre alla nave è stato assegnato un porto sicuro per permettere lo sbarco dei sopravvissuti, dopo quasi otto giorni trascorsi in mare e dopo l’invio, secondo quanto riportato dalla ONG, di almeno dieci richieste di POS. Dopo un giorno di navigazione per raggiungere Taranto, lo sbarco è stato completato il 30 settembre.

Il 21 settembre, alla Open Arms Uno è stato assegnato il porto di Messina (Sicilia) per permettere lo sbarco dei 402 sopravvissuti e della salma di una persona deceduta. La nave della ONG aveva soccorso quattro imbarcazioni in difficoltà tra il 15 e il 18 settembre. Il 18 settembre, di primo mattino, l’equipaggio aveva tratto in salvo 294 persone, tra cui 43 donne e 60 bambini, in viaggio da quattro giorni. Il giorno precedente, dopo oltre 24 ore di ricerca, aveva soccorso 59 persone che si erano rifugiate su una piattaforma petrolifera e aveva recuperato anche il corpo di una persona deceduta. Lo sbarco si è concluso il 23 settembre.

Il 22 settembre, il veliero Nadir della ONG Resqship ha evacuato da due imbarcazioni in difficoltà 75 persone, che sono poi state trasferite sulle motovedette della Guardia Costiera italiana.

Il 29 settembre la Louise Michel ha soccorso 88 persone da un gommone in difficoltà, a seguito di un allarme inviato dalla linea civile Alarm Phone. Tra i sopravvissuti, 68 erano minori non accompagnati. L’ONG ha riferito che l’operazione di soccorso è stata resa difficile dal rapido avvicinamento delle guardie costiere libiche. Il 30 settembre, alla Louise Michel è stata assegnato il porto di Lampedusa per lo sbarco dei sopravvissuti.

Proprio al largo di Lampedusa, nove anni fa, il 3 ottobre 2013, 368 persone persero la vita in un tragico naufragio. Quest’anno si è svolta sull’isola una commemorazione di questa tragedia, con una marcia di studenti, sopravvissuti e membri delle istituzioni durante la quale il sindaco di Lampedusa ha richiesto una “risposta europea” all’emergenza in Mediterraneo centrale.

Il 4 ottobre la Louise Michel ha soccorso 48 persone che si trovavano su un’imbarcazione di legno sovraccarica, a seguito di un’altra segnalazione inviata da Alarm Phone.

Nella notte tra il 26 e il 27 settembre, la Guardia Costiera italiana e quella spagnola hanno effettuato un’operazione di soccorso congiunta di una grande imbarcazione di legno in difficoltà al largo della Sicilia. Secondo il giornalista Sergio Scandura di Radio Radicale, a bordo c’erano 371 persone. L’imbarcazione sarebbe partita dalla città di Umm Saad, in Libia, al confine con l’Egitto.


Tragici naufragi causano oltre 145 vittime, tra intercettazioni e rientri forzati in Libia

Lo scorso 22 settembre un devastante naufragio al largo della Siria ha causato almeno 100 vittime. Sembra che sulla piccola imbarcazione partita dal Libano ci fossero tra le 120 e le 170 persone che stavano tentando di raggiungere le coste italiane. I naufraghi erano per lo più libanesi, siriani e palestinesi e, secondo quanto riferito fra di loro c’erano anche bambini e anziani. L’UNICEF ha dichiarato che tra gli scomparsi c’erano almeno dieci bambini.  In seguito a questa tragedia nel Mar Mediterraneo, l’UNHCR, l’OIM e l’UNRWA hanno richiesto congiuntamente un intervento: “In risposta all’aumento delle partenze via mare dalla regione del medio oriente e del nord Africa negli ultimi mesi, l’OIM, l’UNHCR e l’UNRWA chiedono agli Stati costieri di aumentare gli sforzi per migliorare la loro capacità di fornire servizi di ricerca e soccorso e di lavorare per garantire l’assegnazione di luoghi sicuri di sbarco”.

Si teme che un altro naufragio sia avvenuto al largo delle coste tunisine il 26 settembre. La Marina tunisina, la guardia costiera e i pescatori hanno cercato 17 dispersi.

Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), il 28 settembre un naufragio al largo della Libia ha causato 32 vittime. Nove persone decedute sono state recuperate e altre 23 risultano disperse secondo quanto riferito dai sopravvissuti. Gli otto sopravvissuti a questa tragedia sono stati riportati forzatamente in Libia dalle autorità marittime libiche.

Il 22 settembre la Corte d’Appello di Parigi ha riaperto un’inchiesta su un naufragio risalente a marzo/aprile del 2011 in cui morirono 63 persone. Il caso riguarda un gommone con 72 persone a bordo, rimasto per due settimane alla deriva al largo delle coste libiche senza ricevere alcun supporto, mentre diverse navi militari francesi navigavano nella zona.

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) non ha registrato intercettazioni e rimpatri forzati verso la Libia tra il 18 e il 24 settembre. Nel periodo tra il 25 settembre ed il 1° ottobre 2022 invece, 121 uomini e donne sono stati intercettati dalle autorità marittime libiche e riportati forzatamente sulle coste libiche.


Annuncio di una nuova nave ONG e fermo della Sea-Watch 3.  

Dopo aver salvato 428 persone in difficoltà in mare, la Sea-Watch 3 della ONG tedesca Sea-Watch è stata fermata dalle autorità marittime italiane il 21 settembre, a Reggio Calabria. L’ONG ha denunciato un’intensificazione politica della “criminalizzazione della migrazione e del soccorso civile in mare”.

Pochi giorni dopo, la stessa ONG ha annunciato l’acquisto di un nuovo mezzo per le attività di ricerca e soccorso: la Sea-Watch 5.   

Il nostro “Sguardo” resta sul Mediterraneo. Per garantire testimonianza di quel che avviene nel Mediterraneo Centrale e per onorare i morti e i dispersi. Continuiamo a osservare e a raccontare.

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