SGUARDO SUL MEDITERRANEO #42 – Un tragico naufragio e le numerose partenze di novembre segnano l’inizio dell’inverno nel Mediterraneo centrale

SGUARDO SUL MEDITERRANEO #42 – Un tragico naufragio e le numerose partenze di novembre segnano l’inizio dell’inverno nel Mediterraneo centrale

   

La seguente pubblicazione di SOS MEDITERRANEE vuole far luce sugli eventi che si sono verificati nel Mediterraneo centrale nelle ultime due settimane. «Sguardo sul Mediterraneo» non è inteso come un aggiornamento esaustivo, ma si propone di trattare le questioni relative alla ricerca e soccorso che si verificano nell’area in cui operiamo dal 2016, sulla base di rapporti di diverse ONG, organizzazioni internazionali e articoli dalla stampa internazionale.

 

      >Aggiornato 9 dicembre 2021 

Più di 75 persone sono morte su un barcone che si è ribaltato al largo della Libia. Alto il numero delle partenze in novembre.

Nonostante le pessime condizioni meteorologiche, il numero di partenze su imbarcazioni non adatte alla navigazione dalle coste libiche è rimasto alto. Novembre è stato il mese con il più alto numero di operazioni di soccorso da gennaio 2020, con ben 21 salvataggi.

Novembre è stato segnato da tragiche perdite di vite nel Mediterraneo Centrale. Oltre  75 persone hanno perso la loro vita in un naufragio ai largo della costa libica lo scorso 17 novembre. Come riporta La Stampa, 15 persone sono state soccorse da pescatori e sbarcate a Zuwara, in Libia. Secondo i sopravvissuti, sul barcone, oche si è capovolto a causa delle cattive condizioni meteo-marine, era presenti 92 persone. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, quest’ultima tragedia porta il numero delle vittime nel Mediterraneo centrale a 1303 quest’anno.

Il fenomeno di grandi pescherecci o altri tipi di imbarcazioni che trasportano più di 200 persone si è continuato nella seconda metà dell’anno: il 25 novembre la giornalista Angela Caponnetto ha pubblicato un video di una motovedetta della Guardia Costiera che prestava soccorso a 300 persone che si trovavano su un barcone sovraffollato, vicino Lampedusa.  Qualche giorno più tardi, la guardia costiera italiana ha comunicato di aver salvato 244 persone che erano a bordo di un’imbarcazione alla deriva vicino alle coste calabre.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Anadolu, quello stesso giorno la marina militare Tunisina ha soccorso 500 persone nei pressi delle isole di Tunisine di Kerkennahu. Dal 24 novembre Alarm Phone ha ricevuto e trasmesso ininterrottamente  richieste di soccorso.

Sempre il 24 novembre, il Corriere di Malta ha segnalato che una delle 43 persone salvate dalle Forze Armate Maltesi è morta dopo lo sbarco. Non sono stati forniti dettagli sulle cause della morte.


Sea Watch 4 e Geo Barents sbarcano i sopravvissuti in Sicilia, la Mare Jonio resta sequestrata.

L’equipaggio di Sea Watch 4 ha soccorso 482 persone in sette operazioni di soccorso tra il 18 e il 22 novembre. Tra i sopravvissuti c’era anche la madre di un bambino che aveva partorito su una barca in difficoltà, nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale. Dopo numerose evacuazioni mediche per un totale di 21 sopravvissuti e uno stallo in condizioni meteorologiche avverse, alla Sea Watch 4 è stato assegnato il porto di Augusta, in Sicilia.

I 186 sopravvissuti soccorsi dall’équipe della Geo Barents di MSF sono stati autorizzati a sbarcare a Messina, il 20 novembre. Sono stati portati a terra anche i corpi di dieci persone che hanno perso la vita su una barca di legno sovraffollata e sono stati recuperati dall’equipaggio di MSF.

Il 21 novembre, l’equipaggio della barca a vela Astral della ONG spagnola Proactiva-Open Arms ha assistito due imbarcazioni in difficoltà che trasportavano rispettivamente 60 e 70 persone: le autorità italiane hanno successivamente concluso il soccorso e portato a terra i sopravvissuti.

L’aereo Colibri 2, della ONG francese Pilotes Volontaires, che operava nel Mediterraneo centrale, ha annunciato di aver modificato la propria area di pattugliamento per supportare la ricerca e il soccorso sulla rotta atlantica attorno alle Isole Canarie.


I rimpatri forzati della guardia costiera libica continuano senza sosta. L’inviato speciale delle Nazioni Unite si dimette a poche settimane dalle elezioni libiche.

1.563 persone sono state intercettate in mare e riportate in Libia dalla guardia costiera libica nelle ultime tre settimane, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (si veda qui, qui e qui). Alarm Phone ha riferito che da una motovedetta della guardia costiera libica sono stati sparati alcuni colpi indirizzati verso un’imbarcazione in difficoltà nella regione di ricerca e soccorso maltese. I sopravvissuti sono poi stati riportati forzatamente in Libia il 24 novembre.

L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia Ján Kubiš si è dimesso dal suo incarico alla fine di novembre, secondo quanto riportato da Foreign Policy. Si prevede che Kubiš rimanga fino a quando non verrà trovato un sostituto, tuttavia non è chiaro se ciò accadrà prima delle elezioni libiche previste per il 24 dicembre.

In una conferenza degli stati mediterranei all’inizio di dicembre, il ministro degli Esteri libico Najla Mangoush ha criticato le politiche europee di sostegno finanziario alle istituzioni libiche per contenere il fenomeno migratorio verso l’Europa, affermando che inviare denaro in Libia non sarebbe sufficiente “per affrontare il problema alla radice”.

Foto: Sebastian Sele / SOS MEDITERRANEE

Il nostro “Sguardo” resta sul Mediterraneo. Per garantire testimonianza di quel che avviene nel Mediterraneo Centrale e per onorare i morti e i dispersi. Continuiamo a osservare e a raccontare.

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.