SGUARDO SUL MEDITERRANEO #34 – Imbarcazioni in difficoltà, naufragi, operazioni di soccorso e respingimenti: news sulle ultime due settimane nel Mediterraneo centrale

SGUARDO SUL MEDITERRANEO #34 – Imbarcazioni in difficoltà, naufragi, operazioni di soccorso e respingimenti: news sulle ultime due settimane nel Mediterraneo centrale

   

La seguente pubblicazione di SOS MEDITERRANEE vuole far luce sugli eventi che si sono verificati nel Mediterraneo centrale nelle ultime due settimane. «Sguardo sul Mediterraneo» non è inteso come un aggiornamento esaustivo, ma si propone di trattare le questioni relative alla ricerca e soccorso che si verificano nell’area in cui operiamo dal 2016, sulla base di rapporti di diverse ONG, organizzazioni internazionali e articoli dalla stampa internazionale.

 

      >Aggiornato 28 giugno 2021 

 

203 persone assistite da una nave ONG SAR e successivamente soccorse dalla Guardia Costiera italiana, 3 navi ONG in mare 

Tra il 22 e il 27 luglio, il veliero Astral di Open Arms ha contribuito al salvataggio di 203 persone. Il 24 luglio, Astral ha riferito in particolare di aver localizzato una barca in vetroresina e fornito giubbotti di salvataggio a 17 persone in difficoltà, trasferite quattro ore più tardi su una motovedetta della Guardia Costiera italiana. Secondo l’account Twitter dell’organizzazione, questa operazione è seguita ad altre tre condotte tra il 22 e il 23 luglio, durante le quali l’equipaggio di Astral ha prestato assistenza a 148 persone che sono state portate in salvo dalla Guardia Costiera italiana. 

Altre due navi ONG SAR potrebbero partire per il Mediterraneo centrale in questi giorni. La Sea-Watch 3 di Sea-Watch ha iniziato a perlustrare le acque internazionali al largo della Libia il 26 luglio. La Ocean Viking di SOS MEDITERRANEE è partita dalla Sicilia il 24 luglio. La nostra nave ha cercato per dodici ore, tra domenica notte e lunedì mattina, una barca in difficoltà segnalata da Alarm Phone nell’area di ricerca e soccorso maltese (SRR), senza nessuna condivisione di informazioni e senza alcun coordinamento da parte delle autorità marittime competenti. I media hanno successivamente riferito che le persone in difficoltà sono state salvate dalle forze armate di Malta (AFM). Si contano 46 sopravvissuti, tra cui un bambino. 

Durante il fine settimana sono arrivate a Lampedusa oltre 30 imbarcazioni. Secondo ADN Kronos, più di 1.400 persone sono sbarcate sull’isola siciliana via mare tra il 22 e il 24 luglio. 

 

Almeno 94 persone sono scomparse nel Mediterraneo centrale nelle ultime due settimane 

Le morti aumentano nel Mediterraneo centrale: il 26 luglio almeno 57 persone sarebbero morte in un naufragio al largo della città costiera libica di Khoms, secondo le testimonianze dei sopravvissuti raccolte dallo staff dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in Libia. Tra le vittime ci sono almeno venti donne e due bambini.  

Il 21 luglio almeno 37 persone sono state dichiarate disperse in mare. Secondo la Mezzaluna rossa tunisina, almeno 17 persone, che erano partite su una barca dalla città costiera libica di Zuwara due giorni prima, sono morte al largo della Tunisia. I media riferiscono che sono stati intossicati dai fumi del motore in fiamme del gommone. La stampa ha riferito che tra i 300 sopravvissuti che sono stati trovati al largo della città tunisina di Zarzis, 166 sono stati portati in Tunisia dalla Guardia Costiera tunisina mentre gli altri sono stati riportati in Libia dalla Guardia Costiera libica.  

Lo stesso giorno, in un altro tragico evento, sarebbero annegate, secondo l’OIM, almeno venti persone partite dalla Libia. Altre 230 sono state riportate con la forza in Libia, paese che secondo il diritto marittimo non può essere considerato un luogo sicuro. Nonostante questo, 1.900 persone sono state riportate forzatamente in Libia tra il 20 e il 24 luglio. Il 23 luglio, l’ONG Sea-Watch ha twittato di aver visto la nave commerciale Vos Aphrodite salvare circa 200 persone in difficoltà nel Mediterraneo centrale e trasferire i sopravvissuti su una nave della Guardia Costiera libica, portando al respingimento illegale dei superstiti in Libia. 

Il 15 luglio, la Camera dei deputati italiana ha approvato, tra le altre cose, un nuovo finanziamento per un programma di addestramento della Guardia costiera libica. Il voto è arrivato mentre Amnesty International ha pubblicato un nuovo rapporto che descrive una serie straziante di violenze subite da uomini, donne e bambini intercettati in mare dalla Guardia costiera libica sostenuta dall’UE. Intitolato “Nessuno ti cercherà: forzatamente riportato dal mare alla detenzione illegale in Libia“, il rapporto racconta il destino di 49 persone precedentemente intercettate in mare e detenute nelle carceri libiche, formalmente sotto il controllo del Dipartimento per la lotta all’immigrazione illegale (DCIM). Lo stesso giorno l’Unione Africana, l’Unione Europea e la Task Force delle Nazioni Unite sulla Libia hanno pubblicato una dichiarazione congiunta in cui condividono grandi preoccupazioni “sui recenti sviluppi riguardanti la situazione dei migranti e dei rifugiati in Libia”, descrivendo “il grave sovraffollamento, la mancanza di strutture adeguate e la fornitura di servizi di base e le violazioni dei diritti umani” che si traducono in “condizioni inaccettabili per gli uomini, le donne e i bambini detenuti”.  

Tra gennaio e luglio 2021, la guardia costiera libica sostenuta dall’UE ha intercettato oltre 18.280 persone in mare, come riportato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni: questo dato supera il numero complessivo dei respingimenti avvenuti in tutto il 2020. Almeno 2.256 persone sono state intercettate solo nelle ultime due settimane. 

 

Le ONG SAR continuano a fare tutto il possibile per colmare il vuoto lasciato dagli stati membri europei  

Il 26 luglio la nave di soccorso di Médecins Sans Frontières (MSF), Geo Barents, è stata rilasciata dopo 24 giorni di detenzione. Qualche giorno prima, l’organizzazione aveva chiesto alle autorità italiane di liberare la sua nave dopo aver “risposto a tutte le richieste dell’Autorità marittima italiana”.  

La ONG Sea-Eye – che gestisce la Sea-Eye 4 – venderà la sua ex nave, la Alan Kurdi, alla ONG italiana ResQ. La nave continuerà la sua missione di soccorso nel Mediterraneo centrale con un nuovo nome: ResQ People. La transizione tra le due organizzazioni terminerà quando la nave sarà rilasciata: ora è ancora sotto fermo amministrativo, anche se il TAR sardo (Tribunale Amministrativo Regionale) ha sospeso temporaneamente la detenzione per permettere all’imbarcazione di raggiungere il cantiere navale di Burriana, in Spagna.  

La Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC) si unirà alle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale a partire da agosto 2021. Il 19 luglio la IFRC ha annunciato che l’organizzazione ha lanciato un appello d’emergenza per fornire assistenza e soccorso alle persone in difficoltà nel Mediterraneo centrale a bordo della Ocean Viking. L’IFRC fornirà supporto post-soccorso, tra cui primo soccorso, cure mediche, supporto psicologico, cibo, vestiti asciutti, coperte, articoli da toilette e informazioni alle persone che sono state portate in sicurezza a bordo dell’Ocean Viking. “Nel mezzo della pandemia COVID-19 e della crisi climatica (…) è inaccettabile che le persone continuino a morire in mare, alle porte dell’Europa: è un chiaro fallimento della comunità internazionale “, ha detto il presidente della IFRC Francesco Rocca. È un onore e una nuova sfida per la nostra organizzazione. L’impegno dell’IFRC nel raggiungere le persone in difficoltà in mare attraverso questa partnership evidenzia l’assoluta necessità di cercare di salvare vite nel Mediterraneo centrale. 

 

Il nostro “Sguardo” resta sul Mediterraneo. Per garantire testimonianza di quel che avviene nel Mediterraneo Centrale e per onorare i morti e i dispersi. Continuiamo a osservare e a raccontare.

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