Sguardo sul Mediterraneo #28 – Non si ferma il flusso di persone in fuga dalla Libia

Sguardo sul Mediterraneo #28 – Non si ferma il flusso di persone in fuga dalla Libia

La seguente pubblicazione di SOS MEDITERRANEE vuole far luce sugli eventi che si sono verificati nel Mediterraneo centrale nelle ultime due settimane. «Sguardo sul Mediterraneo» non è inteso come un aggiornamento esaustivo, ma si propone di trattare le questioni relative alla ricerca e soccorso che si verificano nell’area in cui operiamo dal 2016, sulla base di rapporti di diverse ONG, organizzazioni internazionali e articoli dalla stampa internazionale.

>Aggiornato al 14 aprile 2021 

Le persone continuano a fuggire attraverso il Mediterraneo centrale in assenza di navi civili di ricerca e soccorso

Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile centinaia di persone hanno tentato di fuggire dalla Libia via mare, in assenza delle navi di ricerca e soccorso loro dedicate in gran parte del Mediterraneo centrale. Alcune di loro sono state intercettate dalla Guardia Costiera Libica e riportate ai pericoli della Libia, mentre altre hanno raggiunto il territorio italiano o sono state salvate dalle autorità italiane.

Nel primo fine settimana di aprile la ONG Alarm Phone ha riferito di diverse barche in difficoltà, una delle quali ha perso il contatto con la linea di emergenza mentre era alla deriva nell’area maltese di ricerca e soccorso (SAR) con 110 persone a bordo. Le Forze Armate maltesi hanno successivamente rilasciato una dichiarazione affermando che la barca ha raggiunto il territorio italiano e rifiutando le accuse di mancata assistenza.

Tutto ciò è avvenuto mentre dall’inizio del mese non erano operative navi civili di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Il 1 aprile le 208 persone soccorse dalla Open Arms sono sbarcate a Pozzallo, in Sicilia, dopo aver atteso per 4 giorni un porto sicuro per lo sbarco a bordo della nave che le aveva tratte in salvo. L’equipaggio della Open Arms si trova ora nel porto di Pozzallo, dove sta per terminare la quarantena di 14 giorni.

Per la nostra nave, la Ocean Viking, invece, è terminata la quarantena ed è avvenuto il cambio dell’equipaggio ad Augusta. Il nuovo team a bordo si sta preparando per l’imminente missione nel Mediterraneo centrale.

Lo scorso fine settimana il fermo della Alan Kurdi della ONG tedesca Sea Eye è stato sospeso con provvedimento d’urgenza del tribunale amministrativo di Olbia. Questa decisione provvisoria consentirà alla Alan Kurdi di salpare per la Spagna per le necessarie ispezioni e i lavori di manutenzione. La data fissata dal tribunale per stabilire se il fermo stesso fosse legale è il 3 novembre 2021.

Una persona uccisa e due ferite in una sparatoria in un centro di detenzione di Tripoli, un presunto trafficante di esseri umani sanzionato dalle Nazioni Unite torna in libertà mentre le autorità dell’UE confermano la cooperazione con la Libia in materia di migrazione

L’8 aprile una persona è stata uccisa e due adolescenti di 17 e 18 anni sono rimasti feriti in una sparatoria nel Centro di Al-Mabani, un centro di detenzione di Tripoli. Secondo Medici Senza Frontiere (MSF), i colpi sono stati sparati indiscriminatamente nelle celle del centro di detenzione. 

L’incidente è l’ennesimo tragico promemoria dei pericoli che migliaia di uomini, donne e bambini devono affrontare durante la detenzione arbitraria in ogni area della Libia. Secondo MSF, molti di questi centri di detenzione stanno diventando sempre più sovraffollati, anche a causa dell’aumento delle intercettazioni da parte della Guardia costiera libica (LCG). La maggior parte di coloro che vengono intercettati dalla LCG e rimpatriati sulle coste libiche sono sottoposti a detenzione arbitraria, come è avvenuto ai 138 uominidonne e bambini che sono stati sbarcati a Tripoli dalla Guardia costiera libica la notte del 31 marzocome ha riferito l’UNHCR. 

Lo scorso fine settimanal’ex capo della sicurezza costiera di Zawiya e presunto trafficante di esseri umani Abdel-Rahman Milad, noto come Bija, è stato scarcerato per mancanza di prove. Milad è stato sanzionato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 2018 per tratta di esseri umani e arrestato lo scorso ottobre con l’accusa di contrabbando di carburante e traffico di esseri umani. Prima del suo rilascio, è stato promosso al grado di Maggiore della Guardia Costiera Libica, come riporta il quotidiano italiano Avvenire. 

Il primo ministro maltese Robert Abela e il primo ministro italiano Mario Draghi si sono recati in visita in Libia all’inizio di aprile. Abela ha annunciato che Malta riaprirà la sua ambasciata riprenderà i voli per la Libia, mentre Draghi ha applaudito gli sforzi delle autorità libiche per “frenare il flusso di migranti verso l’Europa“. Anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel è stato in visita a Tripoli all’inizio di questo mese, dichiarando che l’UE continuerà a sostenere il governo di unità nazionale in vari settori politici, compresa l’immigrazione illegale. 

Ricordiamo che la Libia non è riconosciuta come un porto sicuro per lo sbarco, pertanto le intercettazioni della Guardia costiera libica in mare, che si concludono con il riportare forzatamente i migranti in Libia, non possono essere considerate delle operazioni di soccorso, secondo quanto previsto dalla normativa marittima internazionale. 

Telefonate di avvocati per i diritti umani e giornalisti che si occupano di migrazione nel Mediterraneo centrale intercettate dai pubblici ministeri italiani 

Un’indagine dell’emittente pubblica italiana Rai News e del quotidiano Domani ha rivelato che i pubblici ministeri italiani hanno intercettato le conversazioni telefoniche di giornalisti, avvocati per i diritti umani e operatori di ONG in un’indagine sulle accuse di complicità con i trafficanti di esseri umani in Libia. Tra le conversazioni registrate a insaputa degli interessati dalla procura trapanese ci sono anche le telefonate tra giornalisti e i loro avvocati, nonchè con fonti riservate, e le telefonate di dipendenti delle ONG Save the Children e di MSF. 

Il Ministero della giustizia italiano ha annunciato che saranno avviate con urgenza le indagini preliminari presso la Procura di Trapani. 

La giustizia farà il suo corso su questo caso così come è stato finora. Ci limitiamo a rilevare il persistente clima di criminalizzazione delle ONG che fanno soccorso in mare, giacché permane il sospetto di fondo che le ONG siano implicate in traffici di esseri umani. SOS MEDITERRANEE è nata nel 2015 per colmare il vuoto di soccorsi lasciato dagli Stati dopo la fine della missione Mare Nostrum ed ha come principale scopo statutario quello di salvare vite umane in mare.

Il nostro “Sguardo” resta sul Mediterraneo. Per garantire testimonianza di quel che avviene nel Mediterraneo Centrale e per onorare i morti e i dispersi. Continuiamo a osservare e a raccontare.

   

Sguardo sul Mediterraneo

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