Prima di partire ci hanno messo un collare al collo – La testimonianza

Prima di partire ci hanno messo un collare al collo – La testimonianza

Testimone: M*, 19 anni, originario della Costa d’Avorio*

« I miei genitori non avevano i mezzi per mantenere i figli. Sono partito a 14 anni dalla Costa d’Avorio per cercare lavoro, dapprima in Mali. Ho lavorato in diversi paesi. Infine, sono partito per il Niger, ad Agadez. Poi, ho trascorso 6 mesi in Libia. Lì guidavo camion pesanti. E facevo anche dei lavoretti.

Non amano i neri in Libia. L’uomo che doveva pagarmi per il mio lavoro aveva una pistola. E non poteva reclamare il mio denaro.
Vivevo in una casa, di nascosto. Quando uscivo in strada, avevo paura di essere messo in prigione. Ti picchiano. E’ una benedizione se non ti succede.

Mi hanno prelevato qualche volta per lavorare. Così, “regalo”, gratis.
Ti perquisiscono. Quando hai un pò di soldi, ti prendono tutto. Quando ti rifiuti, ti picchiano.

Prima di partire ci hanno messo un collare al collo. E’ come un biglietto. Vuol dire che hai pagato per partire. Eravamo tutti seduti in spiaggia in file da 10. Se non avevi il collare, non potevi rimanere: ti picchiavano e ti facevano andare via. Siamo partiti di notte su di una barca di gomma. Eravamo tutti pigiati.

Avevo già fatto un tentativo di traversata. Il motore si era rotto. Il vento ha riportato la barca a riva.»

Testimonianza raccolta da Narciso Contreras e Laura Gorel

Foto: Narciso Contreras/SOS MEDITERRANEE

Traduzione: Francesca Ciardiello

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