Adam, sopravvissuto a bordo della Ocean Viking – La testimonianza

Adam, sopravvissuto a bordo della Ocean Viking – La testimonianza

16 agosto 2019 – Una settimana dopo essere stato soccorso in mare, un venerdì soleggiato e ventoso a bordo della Ocean Viking, Adam inizia a confidarsi con me. Il giovane uomo di diciannove anni ha accettato di condividere la sua storia con il resto del mondo, sperando che questo possa aiutare i sopravvissuti del Mar Mediterraneo a essere compresi meglio. Adam viene dal Sud Sudan. È rimasto per oltre un anno in Libia, trasferito da una prigione all’altra.

«Mio padre è ancora in Sud Sudan. È rimasto ferito durante la guerra in corso nel paese ed è troppo vecchio per lavorare e provvedere alla nostra famiglia. Così, i miei due fratelli più piccoli sono rimasti con lui, lo aiutano. Ma aiutarlo significa anche che hanno dovuto lasciare la scuola.

Mia madre è scomparsa per più di nove anni. Un giorno, quando ero ancora un bambino, ci sono stati degli scontri e ci siamo dispersi tutti nei campi per cercare scampo dai proiettili. Non sapevamo dove fosse finita. Nessuna notizia da lei per più di nove anni…Poi, un giorno, mentre ero in Libia in prigione [centro di detenzione], mio padre mi ha contattato per dirmi che l’avevano trovata! Non era più nel mio villaggio, ma in un luogo sicuro, per il momento».

Adam è arrivato in Libia nel giugno 2018. È stato presto catturato e portato in un centro di detenzione a Bani Walid. «Non ci davano da mangiare. Solo acqua salata. Eravamo continuamente picchiati e torturati, fino a quando i nostri genitori non avessero inviato soldi per farci rilasciare. Il giovedì – aggiunge – i libici venivano a prendere le donne per violentarle e poi le riportavano al centro».

Dopo 4 mesi a Bani Walid, Adam è riuscito a uscire e ad arrivare a Tripoli. Alcuni amici lo hanno aiutato a pagare per la sua liberazione. A Tripoli, ha cercato di trovare qualsiasi tipo di lavoro. «C’è una piazza a Tripoli dove noi neri andiamo e i libici vengono a sceglierci per il lavoro. La maggior parte di loro non ti paga mai, anche se lavori tutto il giorno», ha scoperto Adam a sue spese.

Come la maggior parte delle persone salvate, Adam ha tentato diverse volte di fuggire dalla Libia attraverso il Mar Mediterraneo. È stato intercettato dalla guardia costiera libica e riportato nei centri di detenzione nel paese; una volta è stato salvato dal naufragio da alcuni pescatori che poi hanno riportato i sopravvissuti alle coste libiche.

«Ora ce l’ho fatta e sono al sicuro grazie a voi», si rende conto Adam, «ma i nostri fratelli in Libia sono ancora in pericolo. Ti derubano e ti uccidono per qualsiasi motivo, in mezzo alla strada», ricorda.

La nostra conversazione è giunta alla fine. Adam sorride, ma nel suo sorriso posso ancora rintracciare la frustrazione. Adam non sa ancora quando e dove sbarcherà dalla Ocean Viking. Mi guarda e dice: «Quando arriverò in Europa, voglio solo essere felice. Continuare a studiare scienze o diventare un medico, ma soprattutto essere felice».

*il nome è stato modificato

Testo di Avra Fialas, SOS MEDITERRANEE communications officer a bordo della Ocean Viking

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